Io e Tatiana Villa abbiamo iniziato da poco a proporre, attraverso il gruppo Facebook "Suggestioni", una serie di fotografie, lasciando liberi gli iscritti di proporre un elaborato traendone ispirazione.

Ci è venuta subito l'idea. In fondo Writer Monkey si propone proprio questo: stimolare la scrittura! 

E se usassimo il gruppo per selezionare autori, per invitarli a far parte di questa esperienza di condivisione creativa?

Ecco il primo risultato della collaborazione tra "Suggestioni" e Writer Monkey. Buona lettura, ci vediamo alla prossima suggestione 😉

La suggestione proposta

Dipinto 1) Pere Borrell Del Caso: “Escaping Criticism”
Dipinto 2) Mauro Nicora – acrilico su tavola – Cornice a trompe l’oeil in oro zecchino.

Ah, ovviamente ho partecipato anche io!

Ai confini della realtà

Lucinda stava osservando con interesse uno dei quadri esposti al museo. In quel momento la sala era vuota, e lei si stava godendo con tranquillità quelle opere meravigliose. Ad un tratto si sentì sollevare di peso e strattonare con violenza. Si ritrovò nel buio più totale, non riuscì neppure a gridare, due mani possenti iniziarono a spogliarla, mentre una voce gutturale le intimava di stare zitta. Con la forza della disperazione Lucinda riuscì a svincolarsi e cominciò a correre alla cieca, tenendo le braccia protese in avanti come a proteggersi da qualcosa o qualcuno di invisibile. Sentiva le risate sguaiate di chi l’aveva aggredita farsi sempre più lontane, si fermò e si lasciò cadere a terra esausta, aveva freddo, quell’energumeno l’aveva spogliata quasi completamente, era rimasta senza scarpe e con indosso una casacca bianca. Si mise a piangere sommessamente, stringendosi nelle braccia. Una voce la fece sobbalzare:
“Signora”
Urlò con quanto fiato aveva in gola, rannicchiandosi e coprendosi alla meglio la testa con le braccia.
“Signora, non abbia paura, voglio aiutarla”.
Lucinda con un filo di voce mormorò: “Chi c’è, non vedo niente, cosa volete da me!?”
“Aspetti signora, vado a prendere una lampada”.
“Oh mio Dio – gemette la donna –ma questo è un incubo!”
Uno scalpiccio di passi ed ecco apparire un ragazzo con una lampada ad olio.
“Eccomi signora”.
“Ma… sei un bambino! Da dove vieni? Dove mi trovo?”
“Sono un contadino, abito nel quadro qui accanto”.
“Abiti nel quadro? Ma che diavolo succede qui!” Lucinda cominciò ad alzare la voce, ormai non riusciva più a controllare la paura.
“Non gridi signora per carità! Farà svegliare anche gli altri contadini. Cosa le è successo, perché si trova qui?”
“Non lo so, qualcuno mi ha trascinata all’improvviso, mi ha aggredita, guarda, non ho più vestiti né scarpe, la mia borsa… niente, niente!”
“Ah, ho capito. Non è la prima volta che succede. E’ il vecchio satiro di due quadri più in là. Un vero sporcaccione, ogni tanto prova a rapire qualche bella signora”.
Lucinda guardò meglio il ragazzo: in verità era poco più che un bambino, aveva un’espressione innocente, guardò i suoi vestiti, una camicia grezza molto larga e dei pantaloni sformati arrotolati fino al ginocchio, era scalzo.
“Ma… così giovane, sei un contadino?”
“Non l’ho deciso io signora, il pittore mi ha messo lì nel campo di grano a falciare. Ma a me non piace quel lavoro, sono tanto stanco”.
“Sto sognando – mormorò Lucinda – senti ragazzo, mi dispiace tanto per te, dicevi di potermi aiutare, quindi…”
“Sì, l’aiuterò ad uscire di qui ma a un patto: mi porti con sé”.
“Coooosa? Ma tu non sei reale, sei dipinto!”
“La prego signora, non voglio più stare qui”.
Lucinda ormai avrebbe accettato tutto pur di andarsene:
“D’accordo allora, andiamo!”
“Oh grazie bella signora! Dobbiamo arrivare in fondo a questo corridoio, lì ci sono due cornici di quadri vuoti, qualcuno ha rubato le tele giorni fa. Usciremo da lì”.
Iniziò a camminare illuminando il passaggio con la lampada, seguito da Lucinda che, incredula ma rassegnata, lo seguiva passo passo.
“Siamo arrivati” – disse il ragazzino. Abbandonò la lampada. “Ormai non serve più”.
“Dio ti ringrazio!” – esclamò Lucinda affacciandosi alla cornice vuota. Da lì si vedeva tutto il museo, era vuoto ma abbastanza illuminato.
“Coraggio signora, scendiamo”.
Scavalcarono le cornici e saltarono sul freddo pavimento di marmo. Su una elegante panchina situata fra le colonne ritrovò i suoi abiti, la sua borsetta e soprattutto le scarpe. Al colmo della gioia, si rivestì velocemente poi si rivolse al ragazzo:
“Senti, ma…”
Non c’era nessuno, Lucinda si guardò intorno confusa, del ragazzino nessuna traccia. L’occhio le cadde su un quadro lì accanto. Raffigurava un campo di grano e i contadini che falciavano. Si avvicinò di più e lo riconobbe… il ragazzo che l’aveva salvata! Era tornato nel campo. Aveva rinunciato a fuggire? Oppure non poteva farlo, imprigionato per sempre dalla tela del pittore?
Gli mandò un bacio e lo ringraziò con le lacrime agli occhi.

Recent Posts