C’erano una volta un bambino e una bambina raffigurati in due quadri separati. Stavano sempre li’ immobili, a farsi ammirare dai visitatori del museo.
Ma la notte per non annoiarsi, parlavano tanto fra di loro.
Una notte lui disse:
– Proviamo ad uscire da questo quadro e giochiamo un po’ nei corridoi.
Ma attenzione, prima dell’alba dobbiamo rientrare, altrimenti il custode ci scopre. E ci vende.
E ci separa. –
E così i due bimbi passavano tutte le notti fuori dai loro quadri a giocare, a ridere, a scherzare negli ampi corridoi del museo.
Erano felici.
E si innamorarono.
Di un amore puro, pulito, platonico, sincero.
Ma un giorno si addormentarono abbracciati e non si accorsero dell’alba.
E il custode li trovò sdraiati a terra.
Li prese con la forza.
Li mise nei loro rispettivi quadri.
E disse che li avrebbe separati.
I bambini fecero per uscire, stavano per scappare, ma il custode li respinse dentro con un bastone.
Nel frattempo era entrato nel museo un fotografo che sbalordito da questo evento straordinario scattò una fotografia proprio nel momento in cui i due bimbi stavano fuggendo dal quadro.
Propose al direttore di immortalarli così.
Avrebbero avuto un gran successo.
E non sarebbero stati mai separati.
E così fu.
I bambini si facevano ammirare nell’atto di uscire dal quadro e il museo ebbe tantissimi visitatori.
E ogni notte il fotografo andava da loro e li faceva uscire per farli giocare e per farli amare.
E vissero tutti felici e contenti.
Ah! P.S.: il fotografo sotto il suo grande pastrano aveva due ali.
Era un angelo.