Si rivelò una ardua impresa per il giovane pittore quella di riuscire a fare rimanere impressa sulla tela la sua stupenda opera; in effetti non vi fu verso, il fanciullo e la fanciulla a cui stava dando anima e corpo non riuscivano proprio a rimanere fermi. Ad ogni pennellata di colore pareva che patissero il solletico, scalciavano e ridevano con una tale gioia contagiosa che coinvolsero nelle risa lo stesso pittore. Infine il giovane pittore riuscì a portare a termine il suo dipinto, anzi i suoi dipinti, le tele erano due, in una vi era raffigurato il fanciullo e nell’altra la fanciulla, li aveva dipinti contemporaneamente quasi come se quei due fossero la stessa anima, soddisfatto dell’opera compiuta incorniciò le tele e si accorse all’istante di quanto fossero strane le figure; i due fanciulli erano per metà dentro e per l’altra metà fuori dal quadro in procinto di fuggire, si guardavano con aria complice e con un’ingenua aria birichina strizzarono l’occhio al giovane pittore, schizzarono fuori dal quadro e corsero a giocare.