Sì, per il Boss era giunto il momento di vuotare il sacco: la presenza di Mallory stava mettendo a rischio anni e anni di enormi sacrifici.

-Sono il boss, risolverò anche questa anche questa – si diceva – come ho risolto tutte le grane precedenti –

E adesso solo una riunione con i pezzi grossi della WM Editions l’avrebbe fatta sentire al sicuro… Loro, sì, sarebbero venuti a conoscenza dell’esistenza di Mallory, ma prima doveva capire quanti segreti sua sorella era già riuscita a carpire, così da arginare i danni. Che se lei fosse già giunta a conoscenza di… No, non poteva neanche pensarci!

Innanzitutto doveva trovarla… dove si era cacciata ora? Utilizzò un monitor per azionare i droni e riprendere gli spazi esterni e quelli dell’atrio, poi li fece salire su piano per piano, ma niente.

Vide l’enorme viavai di gente e capì che per Mallory dileguarsi non sarebbe stato un problema, anche perché avrebbe potuto contare sull’aiuto di qualsiasi membro del personale, che di certo l’avrebbe scambiata per il Boss.

Nel viavai individuò un volto amato e conosciuto.

“Tilda è già qui… Devo fare presto!”

Mallory era pur sempre sua sorella… e questo la poneva in una condizione di fragilità insolita. Ma – Quel che va fatto, va fatto.- si disse.

Decise così che fosse giunto il momento di cercare le risposte che la spaventavano, sperando di non dover arrivare a provvedimenti ecco… poco ortodossi. No, non si sarebbe sporcata direttamente le mani, questo no, il piano B sarebbe stato quello di coinvolgere l’Estrema Sintesi in persona, la famigerata Minutova. Lei avrebbe fatto senzaltro un lavoro pulito e forse avrebbe anche trovato il modo di togliere di mezzo Mallory senza dover per forza eliminarla fisicamente. Ma ora non voleva pensarci, c’era ancora speranza.

Miggy! Avrebbe inziato da lei, lei le avrebbe dato alcune delle risposte. Cercò di mantenere un contegno, fece scansionare la retina per abbandonare lo splendido ufficio, e ancheggiò, ma non troppo, sui tacchi delle sue meravigliose Patty Mandy.

Come immaginava Miggy a quell’ora era solita scegliere quale delle ultime opere 3D di Magic Valentine proiettare nell’elegante atrio.

“Cosa ne dici? Questa?… No, forse questa, guarda che colori! Oh che mani di fata la nostra Valentine!”

“Ormai si fa tutto con la forza del pensiero Mingy, parlare di mani è anacronistico, e poi tutti ‘sti colori, ma a te non piaceva il nero?”

“Ma, cosa hai, sei nervosa?'”

“Ascolta Miggy… ti farò una domanda strana… per ora non replicare, poi con calma ti spiegherò, ma in una sede meno affollata…”

Hillary aveva un’aria circospetta e persino un leggero affanno. Mingy iniziò a preoccuparsi, quell’espressione contrita e stralunata proprio no, non era tipica del Boss. Poi all’improvviso realizzò che c’era qualcosa di strano

“Ma Hillary, quando hai avuto tempo di cambiarti d’abito? Che poi devo dirtelo eh… Un momento fa, quello che avevi addosso, potrei quasi giurarci: non era, assolutamente, un Patty Mandy!”

“No, non lo era, poi ti spieg…”

“Eh no eh! E se Patty fosse entrata? Sì che è la donna più dolce e comprensiva che io abbia mai incontrato, ma i tuoi abiti sono la sua creazione! E lo sai meglio di me che con gli artisti non si scherza! Sono esseri sensibili, e per questo, giustamente suscettibili… Dimentichi quanta fatica abbiamo fatto per trovare un paio di scarpe tacco 13 che persino tu riuscissi ad indossare? Se non fosse per quel genio di Patty…”

“Ma non ho nessuna intenzione di cambiare stilista Mingy!! Ma dove la trovo un’altra che scrive in quel modo e per giunta mi riveste!!”

“Ah, menomale, mi stavo preoccupando!”

Miggy riconquistò il suo sorriso meraviglioso e anche Cagliostro sembrò accennare ad un cenno di approvazione. Poi prese a strusciare il pelo sulle meravigliose scarpe di Hillary.

“Oh, vedi, ora che indossi gli abiti giusti ti riconosce anche lui, deve essere per questo che prima…”

“Senti… Miggy, hai visto per caso in giro Milita?”

“Ah sì, è corsa via con un sorriso a quarantadue denti!!”

“oh no, accidenti…”

“Che ti metti a fare le rime ora?”

“Questo è un giorno della malora!”

“Insisti?”

“Ehm… non lo sto facendo apposta!!”

“Certo che sei strana forte oggi!”

“Senti Miggy, prima… quando parlavamo fitto fitto, ecco, ci siamo per caso dette anche QUELLA cosa?”

“Ma… hai un attacco di amnesia?”

Fu in quel momento che Hillary scorse dietro un angolo Mallory, che stava esaminando in un ologramma i libri contabili della WM, con Faber al suo fianco, che, tutto soddisfatto, non stava mancando di spiegarle ogni singolo dettaglio…

Il boss quasi rischiò di strozzarsi con la sua saliva.

“Scusami Miggy, devo correre!”

E nonostante il tacco 13 si dileguò in uno scatto che avrebbe fatto invidia persino a Cagliostro, il quale non mancò di guardare la sua amata Mingy con espressione interrogativa…

“Cagliostro, ricordami che devo complimentarmi con la Minutova, gli esercizi stanno funzionando: non l’ho mai vista correre così! E anche se sono delle meravigliose, comodissime Patty Mandy quello che indossa, sono pur sempre un tacco 13, se non addirittura un 14!”