Quella pazza del mio capo non so cosa si sia messa in testa!
Mi fa fare la coach, mi chiama “Estrema sintesi”, ci manca che tra poco mi chiede di fare il sicario!
Solo perché sono russa, ho gli occhi (modestamente) meravigliosi e colore del giaccio, ed ho insomma, il fisique du role…

Mentre io, diciamolo, sono entrata per caso a far parte di questo gruppo di scimmie e scimpanzé, ops! Pardon, di “autori”.
Il mio capo, dovreste vederla: una folle! Non so se la conoscete, ebbene sì, proprio lei, l’artefice di tutto questo movimentato zoo safari è una bella mora, Hillary Augustin.
Io povera Irina Minutova dalle fredde  montagne della Russia, catapultata nel mondo dello scrivere dalla mia amica spagnola Lucinda Morositas. Lei, ogni volta che veniva a trovarmi, mi diceva: “prova a scrivere qualcosa”.
Beata lei… calda spagnola, lei si che sa scrivere!
Hillary, il “The Boss” della situazione così soprannominata però pretende. Da me pretende sempre!
Cercavo in tutti i modi di accontentarla con i miei scritti, buttati giù un po’ alla rinfusa, lo ammetto. Ma mi ha rimproverata e mi ha soprannominata la regina della sintesi, l’estrema sintesi, che non so, non capisco troppo bene la vostra lingua, ma non mi pare propriamente un complimento. Fortunatamente la grandiosa Tilda Falcon mi è venuta in aiuto, e con venti dita, ops! Cioè a quattro mani come si suol dire qui da voi, un piccolo ma stupendo lavoretto ne è uscito fuori! Ho pubblicato anche io un’opera!
Ero così felice finché, stamane, il trillo del telefono mi ha quasi buttato giù dal letto.

“Pronto, chi parla?”

Una voce calda ma decisa:

“Buongiorno Irina, sono Hillary, domani mattina riunione nel Wm Editions, sei pregata di non mancare e di essere puntuale, non come l’ultima volta che sei arrivata quando la riunione stava terminando. Non mi sembra appropriato per la mia integerrima coach!”

Io assonnata, balbettante:
“Yess! The Boss.”

Tutto il giorno ho pensato a cosa fosse dovuta la riunione, e non ho combinato quasi niente, mi sono solo attaccata al telefono con la mia amica Lucinda, a domandarci insieme il perché di ciò.
Stamattina di buonora ho cominciato a cercare cosa mettermi per l’occasione, niente, solo pellicce, stivali, colbacchi… ed io, povera cosacca, mi sono arresa e la prima cosa che mi è capitata ho indossato!
Puntuale sono arrivata sotto l’enorme palazzo, ho preso di corsa le scale, si perché ho il terrore di prendere l’ascensore (deve essere stato questo particolare delle scale che ha convinto The boss che io fossi una specie di atleta, o supereroina, o che so io).
Arrivata all’ottavo piano con un fiatone da paura, rossa in viso, madida di sudore, sono entrata nella hall dove erano già tutti presenti, elegantemente vestiti… le scimmiette tutte con tacco dodici.
Una voce alle mie spalle, The Boss, nella sua dura bellezza, quasi urla:
“Irina! Come ti sei conciata?”

Tutti sono scppiati a ridere.
Io povera cosacca  gli ho rispoto: “Senta, signora Hillary, o The Boss, o quello che è, si sbrighi, venga al sodo, sputi il rospo che io sto morendo dal caldo! Io qui dentro, non resisto.”