Milita Garcia è seduta accanto alla finestra del suo salottino, ma non guarda il panorama, sogna ad occhi aperti. Una tazza di caffè in una mano, una sigaretta nell’altra ed ecco riaffiorare tanti ricordi: di quando Writer Monkey era un sito neonato, e lei con un manipolo di compagne, spronate dall’entusiasmo giovanile dell’ideatrice Hillary Augustin, vi pubblicavano  piccole storie di vario genere. Quante risate quella volta, quando tutte insieme scrissero i capitoli di quell’infinita telenovela del “Draghetto blu”! Ora tutto è cambiato, il livello si è alzato moltissimo, difficile stare al passo.
Improvvisamente Milita si scuote da quel torpore, dice a se stessa ad alta voce: “Andale andale Milita, bando alla malinconia, vai alla WM, rapido, rapido!”
Decide di vestirsi bene per l’occasione: apre l’armadio e tira fuori un paio di fuseaux blu, un camicione a pois blu, un grande cappello a tesa larga grigio con applicazioni floreali blu, e una grande borsa grigia. Soddisfatta, corre alla sua auto, che parte tossicchiando come al solito.
Arrivata in WM, entra nello sfavillante atrio dove c’è già diversa gente. Mentre si avvia verso l’ascensore, incrocia Patty Mandy, che, squadrandola sussurra fra sé: ‘Oh my god’!
“Ola Patty, todo bien? Tu che te ne intendi, come mi sta questa mise?”
“Oh beh… ecco… direi originale, sì molto originale!”
“Gracias amiga, ciaoooo!”
Prende l’ascensore, raggiunge i piani alti e corre verso l’ufficio di the Boss.
Quando Hillary la vede spuntare dalla porta mormora – Azz… – ma fa buon viso:
“Milita, che succede? Sei tutta affannata!”
“Sì Hillary, ho corso perché devo parlarti di una storia che ho in mente, credimi è strepitosa!”
“Ah ecco. Fai presto, ho molto da fare”.
“Presto presto… allora il titolo è “L’UBIQUITA’ DELLASSASSINO”, parla di un tizio che appare in più luoghi contemporaneamente e uccide più persone nello stesso momento, capisci? Così la polizia non ci capisce niente.”
“Non mi sembra poi tanto originale”
“Aspetta, c’è il colpo di scena… alla fine si scopre che ha un gemello!”
Hillary oscilla sui tacchi 14, Milita la sorregge:
“Capo, non stai bene?”
“No, un piccolo capogiro, senti Milita, lasciami pensare, ti darò una risposta al più presto”:
“Già, ho capito, ti saluto capo”.
Delusa, Milita torna giù nell’atrio, saluta con la mano Miggy Gianis che beve il caffè con Joseph Cheese, Lawrence Century e Faber Paradise. – Sempre in mezzo agli uomini quella! – pensa.
Le passa davanti un’imbronciatissima Irina Minutova, detta ‘estrema sintesi’ con pelliccia e colbacco:
“Irina, ma come sei vestita? Non hai caldo? Dove sei stata, dal capo? Ci sono novita?”
Per tutta risposta le giunge un:
“Da, da”.
“Più estrema sintesi di così”. Fu allora che la vide; seminascosta dietro una colonna, espressione imbronciata, un bicchiere in mano, scrutava attentamente il viavai nell’atrio. Milita si avvicina lentamente, poi le si para davanti:
“Hillary! E adesso cosa mi dici eh?”
“Cosa vuoi vecchia impicciona!”
Milita esterrefatta, indietreggia lentamente, poi si volta ed esce di corsa dall’edificio, corre verso la macchina, entra e fa una telefonata col cellulare:
“Ola Lucynda, tengo que ablar contigo, urgente!”