Tilda incominciava ad essere stanca. Tutto qual via vai di scrittori emergenti e non, i maggiordomi in livrea argentea, lo svolazzare dei droni che ronzavano ovunque come mosconi, quel senso di mistero che aleggiava nell’aria, le avevano tolto il piacere d’incontrare vecchie amiche di penna, l’atmosfera di intrigo le stava dando sui nervi e pensò di mollare tutto e tutti per tornare alla pace e alla tranquillità della sua abituale dimora.
Il suo tranquillo tran, tran era stato rovinato da questo evento straordinario e si accorse di aver un gran mal di testa e bisogno di quiete.
La vista di Irina che la guardava bieca e che parlava di rivoluzione, con ancora indosso quella orribile pelliccia di lupo siberiano, le diede il colpo di grazia!
«Che orrore! Devo occuparmi urgentemente del suo abbigliamento!», fu l’ultima cosa che pensò prima di uscire frastornata dall’edificio.
Fu travolta da un’ondata di aria calda e inquinata che le fece venire la nausea e desiderò ancora di più respirare il profumo del suo mare.
Maledisse il momento in cui aveva obbedito all’ordine di chiamata di The Boss.
Forse, proprio perché con The Boss non discutevi, obbedivi soltanto e soprattutto, era seccata dal fatto che era stata una riunione senza senso e non era stato comunicato niente di veramente credibile.
La sua natura ligure le suggerì:
«Era stato un enorme spreco di tempo e di risorse economiche».
Appena la vide, l’autista recuperò prontamente il suo velivolo acquatico/spaziale e la fece accomodare con il solito reverente inchino gessato.
Non aveva nessuna voglia di guidare, voleva solo riposare e soprattutto, ne aveva abbastanza di essere radiografata e spiata ovunque andasse.
Inserì il pilota automatico, oscurò i vetri, azionò l’aria condizionata, indossò un leggero vestito di seta rosa, si adagiò su un comodo lettino comparso dal nulla, insonorizzò l’ambiente e chiuse gli occhi mentre il veicolo si librava leggero sopra la WM Editions e fluttuava tra le nuvole sparse.
Doveva assolutamente riordinare le idee.
«La situazione è davvero ingarbugliata!», considerò.
Tilda era una donna concreta, prudente di natura e non si fidava quasi di nessuno.
Realizzò di aver bisogno di aiuto e le persone che le vennero in mente furono Milita e Morositas, le spagnole.
La prima, perché era una cara amica, se vogliamo un po’ eccentrica e fissata per il “giallo”ma anche l’unica che sarebbe stata in grado di trovare il bandolo di questa intricata e ingarbugliata matassa.
«Teseo, il labirinto e il filo di Arianna sono niente in confronto, solo Milita può farcela», si trovò a pensare frustrata.
La seconda, Morositas, perché aveva conoscenze ovunque, sapeva tutto di tutti, era la Regina del gossip anche se parte delle notizie erano di sua pura invenzione (ne era sicura), ma aveva sempre fatto finta di niente al riguardo.
L’unico difetto: nessuna delle due aveva un briciolo di buon gusto in fatto di abbigliamento ma “un’aggiustata” ogni tanto le avrebbe rese presentabili.
Secondo Tilda, Irina Minutova poteva essere un tassello importante per dissipare il mistero che circondava tutta la vicenda.
Le venne un’idea, prese il cellulare dalla pochette multimediale e inviò un video messaggio sia a Milita sia a Morositas.
Poi, ricordò che, con le nuove tecnologie, erano entrambe rimaste indietro di almeno un millennio e trasmise un messaggio normale.
Rimase in attesa.
Passò un po’ di tempo e, quando incominciava a pensare che si fossero cacciate entrambe in qualche disavventura, risposero quasi all’unisono:
«Presente, che vuoi?».
«Carine», pensò Tilda,« saranno nelle vicinanze di Irina che le sta formattando in versione “sintetica”».
«Mio Dio, che stress!».
Scrisse:
«Ci vediamo tra dieci minuti davanti all’ingresso principale della WM Editions. Se possibile, portate con voi Irina, potrebbe sapere qualcosa. Acqua in bocca e uscite senza dare nell’occhio. Vi aspetto a bordo della mia navetta.»
«Ok», fu la loro laconica a concisa risposta.
Ufficialmente tutti dovevano pensare che si detestassero a vicenda per non destare sospetti sull’indagine che stavano conducendo.
Planò dolcemente vicino all’entrata e le raccolse senza problemi.
Milita stava digitando velocemente la sua fantomatica spy story sul tablet, Morositas confabulava al telefono, Irina sembrava sconvolta e scoppiò subito a piangere.
«Calma ragazze, adesso facciamo il punto della situazione», esclamò Tilda facendole accomodare in un elegante salotto sbucato dal nulla.
Tilda le guardò tutte con apprensione.
Irina aveva bisogno di aiuto: con addosso quel colbacco e pelliccia non sapeva quanto avrebbe potuto resistere.
Consultò il catalogo virtuale, scelse un fresco abitino di seta color verde acqua e glielo fece indossare.
Sembrava un’altra!
«Cпасибо, grazie, Я умирал от жары, morivo dal caldo».
«Io non sapere niente di questa дело, proprio ничего»
«Io no potere fare, sono una povera девушка, ragazza russa, come dite voi» e continuò farfugliando cose insensate sul Boss, su gemelle cattive, spie, omicidi commissionati da Faber, truffe e tutta una serie di frasi incomprensibili che sarebbero state astruse per chiunque, figuriamoci per chi non conosceva il russo.
Tilda si accorse con sorpresa che Milita e Morositas, invece, la stavano ascoltando con attenzione, si scambiavano occhiate d’intesa e annuivano come se avessero avuto conferma su chissà che cosa e, improvvisamente si misero a parlare tutte tre insieme. Fu un momento di enorme casino!
Ebbe l’impressione che Milita e Lucynda Morositas si fossero già confrontate, eccome!
«L’unica che non capisce sono io?», pensò Tilda sentendosi stupida.
Esclamò:
«Alt! Ferme, ricominciamo d’accapo, raccontatemi tutto con calma, parla tu Milita e vai con ordine».
Dopo che Milita l’ebbe aggiornata, Tilda rimase muta a costernata e fissare il vuoto.
La situazione era tragica e, povera Irina, altro che spia russa, era una dolce ragazza coinvolta a sua insaputa in una tresca incredibile.
«Dobbiamo affrontare la gemella e torchiarla per bene!», decisero di comune accordo.
«Adesso cambiamo abito, andiamo al bar della WM Editions, facciamo finta di aver avuto bisogno di una rinfrescata per non destare sospetti e cerchiamo di sedurre Mallory con qualcosa di appetibile. Forza, massima discrezione con tutti».