M’acquatto nell’ombra.
E mi lascio cercare.
Per rendere il gioco ancora più vero non ho messo profumo.
Che nell’aria si spande come coda di fumo.
Traccia sicura della mia ombra.
Ammantata di nero.
Senza monili che tintinnino al vento.
I capelli raccolti sotto il buio cappuccio.
E gli occhi in penombra, che non risplendano troppo
di riflesso lunare
e di trepida attesa
nel gioco notturno
di preda e di lupo.
Starò ben accorta a non farmi trovare
che duri la caccia
e s’allunghi l’attesa
che io ben conosco tane nascoste
in cui far perder le tracce
ed ingannare i tuoi sensi
Che tu già mi scovi
ed assapori vittoria
ma non è la mia ombra che attraversa la notte
è una gazzella,
che fugge affannata in cerca di tana
per trovare riparo dalla luce di luna
e dagli occhi di brace che esplorano avidi
cespugli di felci ed anfratti notturni
alberi cavi e dirupi di roccia
per cercare una donna che si dona e si nega
una puttana dall’anima pura
angelo e strega
farfalla e balena
Sei tu il lupo scuro che cerca la preda?
O son io il predatore che sente l’odore
della tua voglia di maschio
e gioca all’inganno facendoti credere
che sia tu il cacciatore?
Così altero il gioco sulle tue tracce evidenti
mentre cieco nell’ombra
agogni un odore,
un rumore di ramo spezzato,
un lembo di veste in cui s’è impigliato.
Ma nuda è la preda sotto il mantello
e non ti concedo nemmeno una mossa
che tu fino in fondo mi debba agognare.
Esaspero il gioco
con piacere di bimba
che scherza col fuoco
senza averne paura.
Ma è questo che cerco
nel fondo dei sensi
una paura, un fremito
un sussulto latente
nella caccia notturna
dove io sono preda
per scelta
per sfida.
Per desiderio.
E un lupo violento che mi catturi.