Sono Giorgio voglio parlarvi di me della mia vita, allora ho deciso di scrivervi una lettera.

Voi lo so mi giudicherete, ma io vorrei solo morire, non sto bene, non ragiono, mi sento male e perdo la calma.
Ucciderei qualcuno.
Sto provando a smettere ma è sempre più difficile.

Avevo dodici… anni quella maledetta sigaretta, tutto è iniziato da lì.
Mio padre un nullafacente m’ha sempre maltrattato, sono cresciuto con tanta rabbia intorno e dentro di me.
Ho iniziato a rubare piccole cose per sfamare me e mia madre, che era malata.
Dopodiché lei mi ha lasciato.
Venni affidato in una casa famiglia, gli amici mi vedevano che moralmente ero giù e mi fecero fumare quella prima maledetta sigaretta.

Ormai facevo parte di loro, del loro giro.
Andavamo in giro bevendo alcolici, dopo due anni scoprimmo la marijuana.
Iniziai a lavorare per la città come trasportatore di piccole dosi. Quello però per me fu il periodo più bello, tra canne, le prime ragazze e i primi soldi.
In quel periodo il mio più caro amico Franco morì coinvolto in una sparatoria.
Da allora tutto precipitò, le amicizie cambiarono, alcool ed erba ormai non bastavano più.
In discoteca a sedici anni presi la mia prima pasticca e il circolo vizioso cominciò ad allargarsi. Il desiderio era di nuove droghe sempre diverse.
Dopo la cocaina mi sentivo un Dio.

Lavoravo come tuttofare in una ferramenta, ma i soldi non bastavano, così scippavo ed elemosinavo.
Vivevo solo per lei, la droga.
Avevo conosciuto Elisa fu la mia prima ragazza di allora.
Convinto da lei mi rivolsi al servizio nazionale per tossici, mi prescrissero psicofarmaci per ansia e depressione.
Dopo due anni di questa lotta ormai ero pulito. Bevevo solo una birra il sabato quando uscivo con Elisa.

Credevo di essere cambiato, Elisa mi lasciò per un suo collega, dovevo resistere, e ci riuscii, per me stesso.
Dopo alcuni mesi altra mazzata: mi fu diagnosticato un tumore al fegato.

Ho ricominciato con l’erba, poi di nuovo cocaina, poi la svolta eroina. Non mi ero mai bucato.
Ho iniziato in quel posto degradato della città dove si comprava e ci si bucava, mi sentivo vivo.
Fui licenziato. Ero sempre fatto, e svenivo per strada. Non avevo più una casa, ormai dormivo sotto un ponte che puzzava di urine e feci.
Ora sono di nuovo nel centro per tossici per cercare di cambiare una volta per tutte la mia vita.

Giorgio

P.S.

Ho paura di non riuscirci