E’ notte fonda, cammino a passo veloce;
mi piace il rumore dei miei passi sul selciato, è molto umano.
Si avvicina il suono delle sirene della polizia;
inseguono me, assetati di vendetta.
Lo so, so che non resterò impunito dopo aver carpito in quel modo il mio bottino.
Se non lo faranno loro sarà comunque la mia coscienza a raggiungermi,
ma so anche che presto troverò il modo di eliminare anche lei.
Eccomi finalmente a casa, entro velocemente e mi chiudo il portone alle spalle.
Mi appoggio ad esso e finalmente rallento il respiro, sorrido al sicuro:
adesso potrò soddisfare la mia fame atavica.
Entro in cucina, con la luce del lampione che trafigge la finestra, mi appresto a controllare la mia re-furtiva.
Svuoto sul tavolino lo zaino sporco di sangue.
«Dolcetto o scherzetto?» …cantilenavano quei mocciosi …