Vi raccontiamo una storia di tanto tempo fa, accaduta in un piccolo borgo marinaro disteso sotto uno sperone di roccia, ora rinomata stazione turistica balneare.
La famiglia più aristocratica del posto viveva un tempo nel caseggiato adiacente la chiesa parrocchiale, proprio sotto la torre saracena, da dove con un colpo d’occhio si ammira il porto, la distesa azzurra del mare e le isole che fanno capolino.
Erano farmacisti e dovevano la loro fortuna proprio a questa attività
Al pianterreno della loro dimora c’era l’antica farmacia, divenuta ormai un pezzo di storia del borgo.
Preziosi barattoli di vetro con le scritte dorate, vasi di ceramica decorati con foglie e indecifrabili nomi latini riempivano vetrine e scaffali di legno intarsiato. Uno scrigno di sapienza e speranza racchiuso in quella piccola bottega.
Si narra che una signora di mezz’età, dai modi eleganti e decisi, gestiva il tutto con l’aiuto della sola figliola. Erano finiti però i tempi della ricchezza e la precaria stabilità economica imponeva alla altera signora nuovi modi di guadagno, così, per non finire sul lastrico, in quel periodo ospitava, nella sua casa piena di eleganti stanze, un cardinale.
Il porporato nelle lunghissime notti invernali però anziché godere dell’ospitalità delle due donne, nel modo più consono al suo rango, godeva dei suoi stravizi e di notte irrompeva nella stanza della figliola usandole ripetutamente violenza, sotto la minaccia della maledizione divina su lei e sulla madre.
Ma la donna non dormiva certo da piedi, insospettita dal volto triste della figlia e dallo sguardo basso del prelato, iniziò a pedinare proprio questo. Una notte alla fioca luce di una candela lo seguì e scoprì i suoi abusi. Lo spettacolo che si rivelò ai suoi occhi la fece morire di dolore e rinascere di rabbia e vendetta.
La fanciulla silenziosamente spaurita ed esanime giaceva sul letto, al fianco del peccatore. Sul talamo spiccava il ROSSO della veste cardinalizia.
Così per prima cosa la donna preparò un infuso di prezzemolo per la povera figliola: un aborto era quello che ci voleva per evitare uno scandalo. Purtroppo la ragazza non sopportò la violenza dei dolori e morì in modo atroce. Questo contribuì a trasformare la rabbia della madre verso quell’uomo in odio puro, che ne segnò la fine.
La signora scese nei piani bassi del suo palazzo, dove teneva le erbe più rare e venefiche. Lì tra vasi, alambicchi, cicuta, erba del diavolo e belladonna, preparò la pozione per il cardinale.
L’ampolla brulicante di erbe e VERMI venne filtrata e offerta dopo cena come amaro salutare.
L’effetto fu lento e il peccatore rese l’anima a Dio tra spasmi e pentimenti.
Perché vi raccontiamo questa triste storia?
Se vi trovaste di notte a passare vicino alla chiesa, magari con l’intento di rimirare il panorama notturno, accelerate il passo e non prestate attenzione alla fioca luce della candela che filtra dalle persiane della vecchia dimora.
Soprattutto tappatevi le orecchie se sentirete le grida strazianti di un peccatore, è tutto normale, è una madre che protegge la sua figliola.(Irene Minuti -Lucia Amorosi)

Foto di L.A. – Antica farmacia della Certosa di Trisulti