Camminava lentamente col cavalletto sotto il braccio alla ricerca di un soggetto da dipingere. Era stanco di ritrarre bei panorami, grattacieli ville lussuose, quindi lasciò la strada trafficata e girò in una stradina che non aveva mai notato prima.
Ne percorse un piccolo tratto senza vedere nulla di interessante. Ad un tratto notò una chiesetta mezza diroccata, si avvicinò affascinato e si accorse che accanto vi era un piccolo cimitero.
Entrò con passo lieve e si mise a guardare le lapidi. Molte erano spezzate, sgretolate, alcune tombe erano sprofondate nel terreno, tutte abbandonate e soffocate dall’erba incolta.
Cominciò a leggere gli epitaffi:
-Qui giace… madre amorosa e moglie fedele. Una prece –
-Signore accogli l’anima di… padre e marito esemplare. Una prece.
Gli pareva quasi di vedere quelle povere anime alla ricerca di un fiore, di un poco d’acqua per nutrire la terra arida.
“Sì! Ecco il soggetto giusto” esclamò il pittore.
Appoggiò il cavalletto, aprì la valigetta contenente tavolozza, colori e pennelli e, con maestria, riprodusse sulla tela la chiesetta e il vecchio cimitero.
Prima di andarsene però, ebbe un’idea. Su ogni lapide dipinse piccoli fiori colorati e angioletti dorati. Soddisfatto del suo lavoro, raccolse gli attrezzi e tornò a casa sereno.
Il suo talento aveva fatto rivivere quel luogo triste e dimenticato da tutti.