IL CARILLON

Incipit per un racconto giallo

La scena che si presenta agli occhi dell’Ispettore Fabbri è sconcertante: un letto matrimoniale imbrattato di sangue, di fronte, una toeletta con sopra una lampada, un bicchiere pieno a metà, una piccola chiave con attaccato il cartellino col numero 139. Al centro, un carillon con sopra una deliziosa ballerina piroettante, macchiata anch’essa da gocce di sangue che scendono fino a terra. Il tutto completato da una specchiera che duplica l’orrore della scena.
Mancava solo una cosa: un corpo, già, perché per forza di cose qualcuno era stato ucciso, presumibilmente una donna mentre si struccava.
L’Ispettore Fabbri ha già capito; questo sarà un caso difficile, molto difficile.
Ordina agli agenti di interrogare i vicini, ma sa perfettamente che l’unico testimone oculare è nella stanza: la piccola ballerina ha visto tutto ma, non può parlare. Ora però i giri del carillon rallentano, sempre più, sempre più fino a fermarsi del tutto. Fabbri l’osserva come ipnotizzato. La ballerina è immobile, il suo braccio sollevato indica un punto preciso della stanza, e l’Ispettore scopre così un importante indizio…