parte 5) Angolazione e punti di vista         //  +parte 6, finale) Tutto è relativo

Basta, suvvia, m’urge un posticino

ove possa meditar sul mio destino

per ritrovar come primaria cosa

la strada che mi porti verso casa.

Cercai un cheto Angolo appartato

e lo trovai ma mi guardò arrabbiato

poiché cose assai ardite avea da fare

con una bella angolana: a limonare.

“Chiedo venia, pardon, se interrompo

ma il mio vagar da così tanto tempo

arrecommi una tal disperazione

che mi muove a questa intromissione.”

“Ah genìa rozza e piena d’arroganza

l’umana gente! La mia intelligenza

ogni fattezza ed ogni mia capienza

state sempre saccenti a valutare.

Mi dite acuto e poi mi dite ottuso

come se il mio cervello avesse fuso.

E se poi sballo e un poco mi diletto

eccovi lì a dir che non son retto.

Quando mi stendo stanco su di un letto

tutti mi criticate: ahimé, sono piatto.

Silenzioso mi chiudo in me stesso?

Mi giudicate nullo: un vero fesso.

In trecentosessanta modi posso stare

ma quasi che non dovessero bastare

una decina in più appiopparmi ardisce

quell’ onorevole che poco ne capisce.

E poi… se, ahimè, ci scappa il morto

al fine di individuar chi è nel torto

a trecentosessanta han da cercare

ignorando in verità chi accusare”.

Muta restai innanzi a tal veemenza

comprendendo davvero la lagnanza.

Mi allontanai silente e, in lontananza,

lo vidi che avea ripreso quella ‘danza’.

6) tutto è relativo

“Dei dell’olimpo e dell’universo intero,

nessun umano v’è qui intorno in vero? “

Quand’ecco alla luce d’un lampione

candido vidi brillare un capoccione.

Urlai:” Fratello che là vai transitando

arresta il passo ! “ Ed egli di rimando:

“ Sorella, pensi che alzando la sua voce

tra l’anse il fiume arriva pria alla foce?

Quale urgenza ti mena? Forse non sai

che ciò che più attendi non arriva mai?

Il tempo è relativo, più volte ho detto

e più veloce vai e più esso è contratto.

Perché quindi agitar tanto lo core

quasi fosse in possesso d’un amore

che l’animo invade e l’ attanaglia

finché non giunge al fine la battaglia?”

“ Ti riconosco”, dissi, “Tu sei Albert

secondo me in physics great expert!

Innanzi a te con emozion m’inchino

spirito tanto eccelso, pensator divino.

Tu che dischiudesti ‘si arcane verità,

ti prego, dimmi: ma casa mia ndo’sta?”

Ed ei ridendo un poco sotto i baffi

si grattò il capoccion e i ritti ciuffi.

“ Di qua, di là oppure in un altrove;

forse un buco nero ingoiarla vuole”

“ Basta!” urlai ed una folle rabbia

d’essere prigioniera in quella gabbia

tosto mi prese in modo così violento

e gli mollai un pugno dritto al mento…

Una voce udii: “ Che stai a sognare

ma dai, è tardi e lo sai ti devi alzare!”

Mi risvegliai alquanto frastornata

a causa di quella terribile nottata

Ma cosa mai l’aveva provocata…?

Eh già! Una pantagruelica abbufata.