Autore: Gabriella Truzzi

SPIAGGE…

Lido di Camaiore Ma che palle in spiaggia i vicini di ombrellone che passano il tempo al telefono usando un tono di voce che definirei un urlo sguaiato piuttosto che un civile volume di conversazione a distanza! Anzi, L’Urlo di Munch, sia pur per ben altri motivi, è decisamente molto meglio… Mi riferisco, in particolare, ad una vicina di ombrellone neppure tanto vicina, per fortuna, visto che sta ben due file più in là della mia. Ma pare che dei fatti suoi debba assolutamente rendere edotti tutti qui in spiaggia e, sia pur malauguratamente, poco fa ho dovuto sorbirmi...

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Le memorie

Cosa rende più dolci, o anche – se vogliamo – più malinconiche e struggenti, le nostre giornate? Cosa ci porta ad increspare le labbra in un velato sorriso o all’incontrollabile e improvvisa lacrima che bagna gli occhi a tradimento? Cosa rende più bella, ricca, generosa e degna del nostro ricordo e del nostro amore la vita? Cosa? Sì, “anche” questo. Le memorie. Quelle che custodiamo dentro, anche a distanze abissali dai momenti in cui le abbiamo vissute realmente; quelle che in fondo ci accompagnano nella quotidianità del nostro presente, oggi. Ora. Adesso. Qui. Quelle che non ci lasceranno mai soli e alle quali, in un impeto di gioia e gratitudine o, al contrario, di malcelato e forse inconsapevole masochismo, ci portano a ricordare persone, eventi, esperienze e vita vissuta che animano e abitano il nostro pensiero, soprattutto in certi momenti di solitudine (o di “solitarietà”) o di benevola riconoscenza per avercene arricchito sprazzi di esistenza, da soli o condivisi, nel riso come nel pianto, sempre, Vita. Le memorie di attimi fuggevoli, ed effettivamente fuggiti, ma comunque ancora e sempre ben vivi in noi, nel ricordo. Almeno finché la mente potrà… Ecco, sì. Come le memorie di un passato recentissimo resuscitate da questa bella immagine trovata casualmente nel web, un dipinto fantasticamente realistico, Manarola, Cinque Terre, visitata solo pochi mesi fa. E così, allo stesso modo, per innumerevoli altri momenti...

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SE TI VUOLE…

Casualmente ho trovato nel web queste parole e mi ci sono soffermata un attimo, anche se non sarebbe davvero stato necessario. Più che altro, perché fin da subito, dalla prima lettura, ho avvertito che ‘qualcosa’ non andava, mi disturbava, in quel testo. E l’ho capito subito, cosa fosse. Era quel verbo, ‘volere’, coniugato alla terza persona singolare: vuole. “Se ti vuole”. Ammetto mi abbia subito colpito, questa espressione, in senso negativo. Per me. Se ti VUOLE. Riferito e usato, in questo caso, nei confronti di una persona. Una persona a cui si tiene, a cui magari si vuole bene, alla quale ci lega un sentimento o comunque un desiderio di condivisione, forse anche solo un sogno. Lo so, per (de)formazione professionale e, soprattutto, per amore della nostra bella lingua, sono sempre stata molto attenta e precisa nello scegliere e nell’assegnare ad ogni parola il suo corretto significato a seconda delle possibili variabili di utilizzo, ma quel “vuole” non mi ha convinto, non mi è piaciuto. Avrei preferito lo avessero sostituito, piuttosto, con “Se ti desidera, Se ti ama, Se ti vuole – anche, sì, ma aggiungendoci… – bene: Se ti vuole bene! Invece, messa giù così, quell’espressione mi disturba, mi invita a desiderare di correggerla (mia antica abitudine, lo so; ne ho corretti a migliaia di elaborati scolastici in decenni di insegnamento…), mi suona quasi sgradita, come se in...

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INVERNO

Eyvind Earle (American, 1916-2000) “Yosemite”, 1994 INVERNO Non amo particolarmente l’inverno, anche se qui da noi in Alto Adige, tra boschi e monti, le meravigliose Dolomiti, sa assumere aspetti bellissimi, soprattutto nella natura innevata (e, per chi li pratica, anche per lo sci e le attività sportive invernali) e per quella sorta di percepibile ‘comunione’ simbolica con essa e la sua dormiente stagione. Ma ci sono momenti, e paesaggi, quassù, che da soli sanno riassumere in sé sentimenti ed emozioni uniche e grandiose, condivisibili e vivibili appieno soprattutto con se stessi e la propria interiorità, che probabilmente non riuscirebbero...

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VENEZIA

Quando la vita si riflette scomposta nell’acqua tranquilla della laguna. Quando i respiri si impregnano dell’aria umida e salmastra dei canali. Quando il cammino dei tuoi passi diventa musica silente per le calli. Venezia. Recommend0 Enable Javascript to click a...

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GLI AUGURI… DEL CAVOLO!

Ok, va bene che oggi è il 26, Santo Stefano, il giorno dopo Natale, ma un dato di fatto è comunque incontrovertibile: Natale è passato! Solo da poche ore, d’accordo, ma è passato. Evviva! Io, sinceramente, ogni anno non vedo l’ora che finiscano le Feste ed è con un certo sollievo che guardo all’imminente gennaio, a quel 6 di Epifania che, finalmente, se le porta tutte via! Però… Solo un piccolo “però”, concedetemelo. Anche quest’anno, anche stavolta, a decine sono stati gli auguri virtuali preconfezionati e inviatimi in ciclostile su Messenger, ovvero privatamente, con immagini ad hoc pullulanti di...

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1 day ago
Writer Monkey

Sono passati i giorni che aspettavamo da un po’. Quelli che ti fanno dire: adesso per un po’ me ne sto tranquilla!Domenica 13, seconda giornata a Cantine Teatrali, abbiamo rimesso in scena Cercando Monica Amando. E chi l’ha vista anche a Teatro Trastevere, per le prime date, ci dice che la nostra Monica sta crescendo. Agostino Franchi ha lavorato sulla memoria con tutti, in particolare con Paola Calizza (che di suo ce l’ha portentosa e ha interpretato Monica a teatro per la prima volta risultando convincente e autentica). L’aggiunta di Giorgiana Moruzzi, invece, ci ha permesso di rendere alcuni momenti più esterni, onirici, degli incisi, proprio come sono stati concepiti nel testo.È una architettua complessa, che richiede un certo tempo per maturare. Un progetto ambizioso, che ho elaborato sulla carta senza rendermi conto di quanto lo fosse, ambizioso.Agostino lo sta perfezionando di volta in volta, con il poco tempo a disposizione, con le mille difficoltà del caso… provare tutti insieme è praticamente stato impossibile. E allora tutti ci hanno dato dentro a coppie, singolarmente, per ottenere la magia finale. Per la prima volta in scena la mia nuova Aisha, Paola Castellano dei Policantus, che ha cantato la prima canzone che abbia scritto in vita mia. Una marea di prime volte… in una sola giornata.Avrei voluto la sala piena. Per gli interpreti, per Fabio falaguasta e Alessandro Vecchia che hanno suonato la loro bellissima musica originale.Il mio rammarico è questo. Non riuscire a tramettere che questa dedizione avrebbe meritato attenzione. Mezza sala non mi va giù, pure col derby. Non mi va giù per loro.Un grande regalo mi è stato fatto nel pomeriggio. Figlie di Medusa è un progetto da far crescere e maturare, con il meraviglioso contributo musicale di Anna Boccolini e Barbara Sperduti, potentissime insieme.Grazie a tutti gli interpreti per aver dato vita ai mie testi e a quelli di Paola Camusi e a CREI @interpretilis per l’interpretariato LIS. È stato un momento bellissimo.Grazie Nicoletta Nicolai, Agostino Franchi, Pino Chisari, Andrea Vasone, Giorgiana Moruzzi, Maria Pia Tanturli. Grazie poi, come sempre, a Faby e Anto ❤️ E agli artisti della mostra!! @fanpiùattivi ... Vedi altroVedi meno

1 day ago
Writer Monkey

Sono passati i giorni che aspettavamo da un po’. Quelli che ti fanno dire: adesso per un po’ me ne sto tranquilla!
Domenica 13, seconda giornata a Cantine Teatrali, abbiamo rimesso in scena Cercando Monica Amando. E chi l’ha vista anche a Teatro Trastevere, per le prime date, ci dice che la nostra Monica sta crescendo. Agostino Franchi ha lavorato sulla memoria con tutti, in particolare con Paola Calizza (che di suo ce l’ha portentosa e ha interpretato Monica a teatro per la prima volta risultando convincente e autentica). L’aggiunta di Giorgiana Moruzzi, invece, ci ha permesso di rendere alcuni momenti più esterni, onirici, degli incisi, proprio come sono stati concepiti nel testo.
È una architettua complessa, che richiede un certo tempo per maturare. Un progetto ambizioso, che ho elaborato sulla carta senza rendermi conto di quanto lo fosse, ambizioso.
Agostino lo sta perfezionando di volta in volta, con il poco tempo a disposizione, con le mille difficoltà del caso… provare tutti insieme è praticamente stato impossibile. E allora tutti ci hanno dato dentro a coppie, singolarmente, per ottenere la magia finale. Per la prima volta in scena la mia nuova Aisha, Paola Castellano dei Policantus, che ha cantato la prima canzone che abbia scritto in vita mia. Una marea di prime volte… in una sola giornata.
Avrei voluto la sala piena. Per gli interpreti, per Fabio falaguasta e Alessandro Vecchia che hanno suonato la loro bellissima musica originale.
Il mio rammarico è questo. Non riuscire a tramettere che questa dedizione avrebbe meritato attenzione. Mezza sala non mi va giù, pure col derby. Non mi va giù per loro.
Un grande regalo mi è stato fatto nel pomeriggio. Figlie di Medusa è un progetto da far crescere e maturare, con il meraviglioso contributo musicale di Anna Boccolini e Barbara Sperduti, potentissime insieme.
Grazie a tutti gli interpreti per aver dato vita ai mie testi e a quelli di Paola Camusi e a CREI @interpretilis per l’interpretariato LIS. È stato un momento bellissimo.
Grazie Nicoletta Nicolai, Agostino Franchi, Pino Chisari, Andrea Vasone, Giorgiana Moruzzi, Maria Pia Tanturli. Grazie poi, come sempre, a Faby e Anto ❤️ E agli artisti della mostra!!
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1 day ago
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Sono passati i giorni che aspettavamo da un po’.
Quelli che ti fanno dire: adesso per un po’ me ne sto tranquilla!
Domenica 13, seconda giornata a Cantine Teatrali, abbiamo rimesso in scena Cercando Monica Amando. E chi l’ha vista anche a Teatro Trastevere, per le prime date, ci dice che la nostra Monica sta crescendo. Agostino Franchi ha lavorato sulla memoria con tutti, in particolare con Paola Calizza (che di suo ce l’ha portentosa e che ha interpretato Monica a teatro per la prima volta risultando convincente e autentica). L’aggiunta di Giorgiana Moruzzi, invece, ci ha permesso di rendere alcuni momenti più esterni, onirici, degli incisi, proprio come sono stati concepiti nel testo.
È una architettua complessa, che richiede un certo tempo per maturare. Un progetto ambizioso, che ho elaborato sulla carta senza rendermi conto di quanto lo fosse, ambizioso.
Agostino lo sta perfezionando di volta in volta, con il poco tempo a disposizione, con le mille difficoltà del caso… provare tutti insieme è praticamente stato impossibile. E allora tutti ci hanno dato dentro a coppie, singolarmente… per ottenere la magia finale. Per la prima volta in scena la mia nuova Aisha, Paola Castellano dei Policantus, che ha cantato la prima canzone che abbia scritto in vita mia. Una marea di prime volte… in una sola giornata.
Avrei voluto la sala piena. Soprattutto l’avrei voluta per loro, per gli interpreti, per Agostino.
Il mio rammarico adesso è questo. Non riuscire a tramettere quanto questa dedizione avrebbe meritato attenzione. Mezza sala proprio non mi va giù, pure col darby. Non mi va giù per loro.
Un grande regalo mi è stato fatto nel pomeriggio. “Figlie di Medusa” è un altro progetto da far crescere e maturare, con il meraviglioso contributo musicale di Anna Boccolini e Barbara Sperduti, potentissime insieme.
Grazie a tutti gli interpreti (tanti) per aver dato vita ai mie testi e a quelli di Paola Camusi e a CREI @interpretilis per l’interpretariato LIS. È stato un momento bellissimo.
Grazie Nicoletta Nicolai, Agostino Franchi, Pino Chisari, Andrea Vasone, Giorgiana Moruzzi, Maria Pia Tanturli. Grazie poi, come sempre, a Faby e Anto ❤️ E agli artisti della mostra!!
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2 CommentiComment on Facebook

Grazie a te e alla tua energia 😊 felicissimo di aver ospitato questi due giorni di eventi a Cantine ♥️

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