Cosa rende più dolci, o anche – se vogliamo – più malinconiche e struggenti, le nostre giornate?
Cosa ci porta ad increspare le labbra in un velato sorriso o all’incontrollabile e improvvisa lacrima che bagna gli occhi a tradimento?
Cosa rende più bella, ricca, generosa e degna del nostro ricordo e del nostro amore la vita?
Cosa?
Sì, “anche” questo. Le memorie.
Quelle che custodiamo dentro, anche a distanze abissali dai momenti in cui le abbiamo vissute realmente; quelle che in fondo ci accompagnano nella quotidianità del nostro presente, oggi. Ora. Adesso. Qui.
Quelle che non ci lasceranno mai soli e alle quali, in un impeto di gioia e gratitudine o, al contrario, di malcelato e forse inconsapevole masochismo, ci portano a ricordare persone, eventi, esperienze e vita vissuta che animano e abitano il nostro pensiero, soprattutto in certi momenti di solitudine (o di “solitarietà”) o di benevola riconoscenza per avercene arricchito sprazzi di esistenza, da soli o condivisi, nel riso come nel pianto, sempre, Vita.
Le memorie di attimi fuggevoli, ed effettivamente fuggiti, ma comunque ancora e sempre ben vivi in noi, nel ricordo.
Almeno finché la mente potrà…
Ecco, sì.
Come le memorie di un passato recentissimo resuscitate da questa bella immagine trovata casualmente nel web, un dipinto fantasticamente realistico, Manarola, Cinque Terre, visitata solo pochi mesi fa.
E così, allo stesso modo, per innumerevoli altri momenti di vita, guardando all’indietro, ricordi.
Vivi o sbiaditi, comunque vissuti.
Sono grata per questo.
E voglio ancora e sempre sperare nell’oggi e “guardare al futuro”.
Ancora, sì.
Anche a questa età, anche in questa vita fatta già di decenni, la maggior parte, dietro le spalle.
E per la quale, in ogni caso, mi sento di poter dire una sola parola:
Grazie.

Dipinto di Guido Borelli (b. 1952)
“Manarola”, Cinque Terre (Liguria)