1. Quella mattina ci sarebbe stata la riunione con tutto lo staff, quindi Hillary si era recata in ufficio di buon’ora. Mentre scartabellava i fogli per ripassare ulteriormente il suo discorso, un’ ombra le si parò davanti togliendole un po’ di luce. Alzò gli occhi e rimase senza fiato: era Mallory!
    – Accidenti, proprio oggi che verranno tutti qui, non devono vederla, cercherò di mandarla via subito – pensò.
    Mallory aveva un’espressione sfrontata, guardava la sorella con aria di sfida, un mezzo sorrisetto sardonico le increspava le labbra.
    “Cosa vuoi?” disse Hillary “Ho molto da fare”.
    “Oh, non ci vorrà molto se sarai ragionevole sorellina”.
    “Che intendi dire?”
    “Voglio dire che se mi darai una somma di denaro, diciamo considerevole, me ne andrò veloce come il vento”.
    “Ma scherzi? Nemmeno per sogno! Non hai mai fatto niente per guadagnarti da vivere, ora pretendi che io ti mantenga? Non ci penso proprio!”
    “So tutto”.
    “Cosa?”
    “So tutto! So come hai fatto a restare a galla e a prolificare con WM, mentre tutti gli altri editori fallivano. So del virus che avete diffuso in tutti i prodotti tecnologici, impedendo loro di lavorare”.
    Hillary sbiancò in viso, Mallory sapeva tutto! Cosa poteva fare… Proprio in quel momento sentì il vociare dei suoi consiglieri che si avvicinavano all’ufficio.
    “Ne riparleremo! Adesso devi nasconderti”.
    Afferrò Mallory per le spalle e la spinse nell’armadio a muro.
    “Ma… soffro di claustrofobia” disse Mallory.
    “Allora soffoca ma in silenzio!”. Chiuse l’armadio proprio mentre gli altri entravano nell’ufficio.
    “Hillary, eccoci qua” disse Paradise. Apparve anche l’ologramma di Lawrence Center “Presente Hillary”
    In quell’istante:
    “Etciù!” era Mallory. Hillary, ancora appoggiata all’armadio, immediatamente mimò uno starnuto.
    “Hai il raffreddore?” chiese Miggy.
    “Sì, cosa da poco, allora procediamo”.
    Tutti si sedettero e si apprestarono a seguire il discorso del loro Boss.
    “Signori, voi tutti sapete che se l’acqua è poca la papera non galleggia, perciò bisogna mirare alla testa, non alle gambe. L’importante è portare a casa il risultato. Chiaro?”
    Tutti si guardarono in faccia allibiti, ma… cosa aveva detto?
    “Inoltre – continuò Hillary – sappiate che bisogna fare pulizia, togliere gli scheletri dagli armadi e seppellirli”. Un colpetto di tosse partì dall’armadio dove stava Mallory, Hillary si affrettò a tossire un po’.
    “Per finire, dico a voi tutti che è inutile menare il can per l’aia, tanto meno lo è parlare per sentito dire.
    E non dimenticate che non è tutto oro ciò che luccica. Niente è come sembra. Bene, per oggi è tutto! Ci aggiorneremo fra una settimana, arrivederci”.
    Lo staff si alzò dalle sedie lentamente, nessuno osava parlare, una cosa era certa: Hillary aveva farneticato cose assurde, senza senso.
    “Un momento! Faber, Miggy, restate un momento per favore, anche tu Lawrence non spegnere il collegamento.
    Devo svelarvi qualcosa che mi sta togliendo il sonno e la concentrazione”.
    “Che succede Hillary?” disse Faber preoccupato.
    “Bene, dovete sapere che ho una sorella gemella, del tutto identica a me, da molti anni i nostri rapporti si erano interrotti per alcune forti divergenze; ora però è tornata, ha saputo che sono diventata ricca e famosa e vuole spillarmi denaro. Ma quel che è peggio… sa tutto di noi, del virus con cui abbiamo annientato la concorrenza, se non la pago ci denuncerà”.
    “Accidenti! Disse Miggy, la situazione è pesante”. Anche l’ologramma di Lawrence tremolò.
    Hillary continuò: “Per il momento sono riuscita a fermarla, l’ho chiusa qui, nell’armadio”.
    Spalancò le ante ma… di Mallory nessuna traccia.
    “Oh no! E’ sparita! Ma come diav… Il teletrasporto!… accidentaccio!”