Quella storia di quel pagamento mostratole da Faber meritava per Mallory un approfondimento. Le cose non erano andate sempre così bene per la WM Editions come ora apparivano agli occhi di tutti, questo era evidente. Un qualche oscuro complotto in realtà pendeva sulla coscienza di sua sorella e di una ristretta cerchia di suoi fidati collaboratori, e uno di loro le avrebbe raccontato tutto. Ma chi?
Lawrence le sembrava troppo inavvicinabile… non sarebbe stato facile trovare argomenti che la aiutassero ad uscirne senza essere scoperta da lui. Miggy già aveva mostrato qualche sospetto. L’aveva trovata strana solo perché non indossava abiti della Patty Mandy… c’era però un’altra persona che forse avrebbe potuto darle le risposte che stava cercando: Joseph Cheese.

Mallory lo aveva visto, le era sembrato una specie di santone, con ben pochi interessi terreni; serenamente distante, era un poeta e anche un filosofo: sì, Joseph non aveva di certo l’aria di un complottista, e per questo non avrebbe sospettato nulla se Hillary un giorno si fosse mostrata magari un po’ pentita e avesse sentito il bisogno di affrontare ancora insieme a lui – che da quel che Mallory aveva letto in giro considerava suo padre spirituale – quell’argomento top secret.

Sapeva che non sarebbe stato semplice comprendere ogni cosa, aveva letto che Joseph aveva l’abitudine di parlare in modo criptico, per invogliare il suo audience a svelare l’arcano dietro le sue parole.

Dopo questa accurata valutazione Mallory si decise e raggiunse Joseph nella enorme serra al centro del palazzo di vetro, dove lui era solito passare gran parte della sua giornata. Alto, la barba lunga e bianca, Joseph era avvolto nella sua tunica argentea e traslucida, da cui immancabili comparivano un paio di enormi scarpe da ginnastica. Quando la vide alzò lo sguardo azzurro verso la cupola trasparente che permetteva al Boss di fermarsi a contemplare il cielo nei momenti di ritiro spirituale.
Lei si pose al suo fianco e azzardò: “L’ultimo pagamento a Vassilly è stato disposto…”

Come immaginava, forse anche grazie al fatto che si trovassero in quel luogo isolato, Joseph non si fece pregare.

“Già cinque anni…”

“Già. E ancora non sono certa che…”

“Hillary, ne abbiamo parlato, se qualcuno ha colpe, quello sono io… ma trovavo inaccettabile che la Writer Monkey Editions stesse per chiudere bottega.”

“Sì, ma i gialli di Milita Garcia potevano contare su un discreto numero di afecionados, e lo stesso si sarebbe potuto dire della collana erotica curata da Miggy…”

“Inutile girarci intorno, il declino si palesava rapido, spietato, inarrestabile. Avevi investito tutto in questa impresa, e coinvolto persone amate e fidate.”

“Come te…”

“Quel giorno ho percepito la tua testa scoppiare alla ricerca di soluzioni in apparenza impossibili da identificare. Parlavi da sola, e capitava sempre più spesso. E la domanda era sempre la stessa: come si può contrastare lo stra-potere dei nuovi media? Come? In un’epoca in cui le persone sono costantemente coinvolte in esperienze sensoriali complete, che coinvolgono in mondi sempre più complessi, affascinanti, interattivi… cosa se ne fa la gente, oggi, dell’immaginazione, quando l’immaginazione di altri viene innescata senza dover fare alcuno sforzo?
Leggere costa tempo e fatica… chi ce lo fa fare? Stavi impazzendo, dovevi staccare la spina per un po’…
E allora te l’ho detto: staccare la spina. Questa è la soluzione.”
Il tono era solenne.

Mallory rimase per qualche momento in silenzio per vedere se riusciva a comprendere il senso. Ma niente. E allora provò a ripetere: “Basterebbe staccare la spina.”

“Ed è esattamente quello che abbiamo fatto.”

Un momento… ora era tutto chiaro… cinque anni prima… il terribile blackout di internet. Quello che aveva oscurato i social media e tutti i moderni canali di intrattenimento. Quello! Ma sì, che stupida, come aveva fatto a non arrivarci prima!

“è stato un virus…”

“Già, un virus. Ma poi finalmente la gente ha ripreso a leggere. E noi eravamo stati i soli ad aver investito in editoria…” disse Joseph prima di aprirsi in una fragorosa risata satanica, mentre perdeva lo sguardo infuocato dal rosso del tramonto che colmava l’intera superficie della cupola sulle loro teste.