Capitolo sedicesimo
La vita sociale da single dopo tanti anni di matrimonio era un po’ strana perché quando usciva con le coppie di amici Caterina si sentiva un pesce fuor d’acqua.
Erano diversi i meccanismi se il numero delle persone era dispari.
Ma le amiche erano tante, i mariti pigri o tifosi , per cui lei aveva sempre compagnia.
Certe coppie che frequentava quando stava con Giuseppe invece si allontanarono inevitabilmente.
C’erano poi quelli che visto che era sola pensavano che fosse diventata incapace e volevano decidere per lei, organizzarle la vita, trascinarla in qualche gruppo soprattutto religioso.
Lei era sempre andata in Chiesa, a messa, a raccogliersi in preghiera, faceva la Comunione, i fioretti, tutto ciò che le avevano insegnato fin da piccola.
Però, da un po’ di tempo, si faceva un sacco di domande.
Come poteva essere buono e misericordioso un Dio che permetteva tante ingiustizie?
Perché un bambino doveva nascere con tanti problemi, soffrire per vivere e in più essere felice e considerarsi un prescelto?
Dio non poteva credere di dare gioia nella sofferenza, era meglio pensare che certe cose non dipendessero da Lui.
Caterina aveva imparato sulla sua pelle che il dolore sia fisico sia morale non ti fa né più felice né più forte.
E’ una scocciatura, ti rovina la vita, ti impedisce di fare quello che vuoi. Forse aveva fatto bene Wendy a fuggire.
Devi per forza andare avanti se la tua vita è quella ma è inutile sacrificarsi, rinunciare alla gioia, pensare di risolvere i problemi pregando.
Caterina fece un patto con Dio: “Io non Ti chiedo più nulla ma Tu lasciami in pace”.
Sapeva che era un po’ troppo semplice però decise di vivere secondo la sua coscienza
Aveva il senso del dovere, fin troppo, ma, senza provocare dolore o violenza agli altri, avrebbe colto ogni occasione, mai più nessuna rinuncia, mai più nessun sacrificio per andare in un improbabile paradiso.

ùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù

Wendy era ben lontana dai dubbi teologici e pensieri filosofici di Caterina.
Felice con Nelson, dopo le spiagge della Cote de Nacre, lo portò a Honfleur, un porticciolo caratteristico circondato da vecchie case alte, con facciate di ardesia.
Arrivati all’albergo, nella loro camera, spalancarono la finestra e si incantarono davanti a quel panorama dipinto da tanti pittori.
Entravano il profumo di mare, il suono delle drizze delle barche a vela, lo sciabordio dei pescherecci.
Nelson era felice, strinse a sé Wendy e la baciò con tenerezza.
Era la prima volta per loro amare qualcuno di un diverso colore.
Wendy ammirava quel corpo bronzeo che dava l’idea della forza,
perfetto nelle proporzioni, quegli occhi profondi, quei capelli ricci e fitti che a toccarli erano invece morbidissimi.
Lui toccava quella pelle chiara con timore, aveva l’impressione di strapparla con le sue carezze, si perdeva nel verde degli occhi di lei, sentiva il profumo dei suoi capelli.
Si amarono e parlarono tutta la notte e, al mattino, tornarono a Parigi decisi a non lasciarsi mai più.

continua….