Capitolo settimo
La vita in città offriva più possibilità a Caterina che ormai, per tutto ciò che riguardava movimento, era tagliata fuori.
Andava spesso al cinema, ai concerti di musica classica che piacevano tanto a Giuseppe e che cominciava ad apprezzare anche lei, a quelli di jazz, in una cantina dove suonava un gruppo che poi diventò mitico, il “Louisiana Jazz Band”; avrebbe dato qualsiasi cosa per poter partecipare a qualche jam session ma si accontentava di ascoltare.
Alla domenica pomeriggio andavano a vedere le partite di rugby: un loro caro amico, Gianni, giocava nella squadra del Cus Genova e quello sport era appassionante.
Inoltre Caterina fece amicizia con la ragazza di Gianni: si chiamava Giuliana, era di Genova ma non si comportava come le altre ragazze genovesi che lei aveva conosciuto.
Non badava al lusso, a un certo tipo di ambiente, ai vestiti firmati pur potendo permetterseli.
Badava al sodo, alle cose importanti della vita, era colta e aveva un’energia inesauribile.
Caterina la ammirava molto e fu una fortuna diventare sua amica.
Nel frattempo Giuseppe si era laureato e aveva cominciato a lavorare: qualche sostituzione, guardie nelle cliniche, tutto quello che poteva fare un giovane medico.
Una sera, sul terrazzo di casa Nicolini, chiese a Caterina di sposarlo.
Lei era molto innamorata di lui ma temeva di affrontare un matrimonio.
Lui la rassicurava che la malattia non avrebbe avuto alcuna influenza nella loro vita ma Caterina aveva, in fondo al cuore, tanti dubbi.
Non voleva condizionare qualcun altro con i suoi problemi e questo sarebbe stato inevitabile.
Però Giuseppe , come succedeva sempre, la convinse e decisero di sposarsi.
Con lo stipendio di Caterina e quello che racimolava Giuseppe potevano mantenersi senza chiedere niente a nessuno.
Trovarono un bilocale arredato, comprarono una 500 blu e felici organizzarono il matrimonio.
Fu informale come lo erano loro: parteciparono alla Messa i parenti stretti, gli amici più cari.
Era un sabato di febbraio: una giornata freddissima ma con un sole splendido.
Li sposò un amico prete che loro frequentavano da tempo e che era il parroco di una basilica romanica nei dintorni di Sestri.
Dopo la Messa, salutati gli invitati, partirono con la 500 per il viaggio di nozze: destinazione Firenze, durata due giorni.
Il lunedì Giuseppe tornò a lavorare.

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Wendy aveva pochi giorni a disposizione prima di cominciare a lavorare, comprò un libro di cucina francese e se ne andò sulla sua panchina a Place Des Vosges a studiare.
Era un delirio: dalle entrées (canapés, charcuteries, croutes. Patè, quiches, terrines, soufflès), alle varie soupes, per non parlare di viandes e vollailes.
Come avrebbe fatto a imparare tutti quei nomi e a riconoscere i piatti? Maigret mangiava solo choucroute e canard, beveva birra e calvados.
Per fortuna al ristorante c’era il sommelier che si occupava dei vini perché con questi sarebbe stata un’impresa impossibile.
Comunque non si perse d’animo e andò in giro per i ristoranti a leggere i menù esposti, scrutò i piatti dei clienti che, con quelle belle giornate, pranzavano nei dehors.
Il lunedì mattina si presentò al “Restaurant des Chansonniers” il suo nuovo posto di lavoro.

La signora le mostrò il locale, le cucine, i servizi e le fece indossare un vestitino nero con un grembiulino bianco.
Affiancata da un’altra ragazza cominciò a servire ai tavoli e imparò presto: fu assunta definitivamente. Evviva!
In quelle prime settimane a Parigi aveva osservato a lungo le ragazze parigine, così diverse dalle amiche di Sestri: spavalde e disinvolte, con uno sguardo di sfida negli occhi, né sorrisi, né timidezza.
A Wendy non piaceva il loro carattere ma il look sì e così con il primo stipendio andò da un coiffeur e si tagliò i capelli alla Audrey Hepburn, si comprò due minigonne e un paio di pantaloni come quelli che indossava Brigitte Bardot nei suoi film.
Al ristorante fece amicizia con una ragazza bretone, Jacqueline che cercava una coinquilina,
Wendy potè lasciare quella polverosa cameretta alla pensione e si ritrovò in un grazioso appartamentino in Boulevard Saint Michel con la sua nuova amica.

Continua…..