Il meraviglioso mondo delle vanità… papà universo posso scendere?… domandò lei in silenzio… “si è arrivata l’ora”, una voce morbida, dolce e compassionevole le rispose. Com’era potuto accadere, aveva smarrito la bussola, era uscita fuori dal sentiero. In fondo lei si era fatta distrarre dalle mille luci della giostra. Giostrai impavidi ormai avvezzi al gioco erano riusciti ad attrarla! Si era resa conto di non essere stata tanto forte da continuare la sua strada. Lei era Cappuccetto Rosso tentata dal lupo, Cenerentola richiamata dal fuso stregato, Biancaneve ammaliata dalla mela. Era tutte loro insieme ma adesso consapevole, sapeva che non poteva rimanere lì. Era ora, doveva riprendere il cammino anche se stanca e affaticata. Era solo questione di tempo, tutto sarebbe tornato a tacere, le luci si sarebbero spente ed ognuno di quei bambini forse non si sarebbe mai accorto di essere vittime inconsapevoli della Giostra. Ma in fondo lei come avrebbe potuto spiegarglielo.
Pensò che la libertà di ognuno stava proprio nel percorrere quel meraviglioso mondo e che chi avrebbe voluto, si sarebbe destato da solo liberamente. Che in fondo, ognuno alla fine sceglie per sé ed è giusto che sia così. Adesso non avrebbe più parlato, desiderava più di ogni altra cosa tacere e liberare se stessa dalle ammalianti vanità. C’era quasi riuscita, ma tutti prima o poi ne cadono vittime. Così decise di continuare il suo viaggio. Scese dalla giostra, si voltò e guardò per l’ultima volta quel mondo incantato ma per la prima volta riuscì a scorgere i veri colori, era tutto grigio, nessun colore. Un freddo brivido che arrivava proprio da lì la avvolse e capì che lei in quella parte del mondo non ci voleva stare. Volto le spalle e di fronte a sé vide un unico sentiero. C’ era un cartello grande con su scritto “Città del Valore”. Sembrò deserto a prima vista ma poi volgendo lo sguardo in avanti su un prato vedeva uomini donne e bambini vestiti di bianco con auree talmente luminose che accecavano. Alcuni di loro meditavano, altri leggevano altri ancora giocavano e danzano. Fu avvolta da un calore avvolgente… perché era stata via tanto tempo si chiese? Quella Città la conosceva già… in fondo quei due mondi erano comunicanti… avrebbe solo dovuto ritornare a Casa più volte. Così, con i lacrimoni sugli occhi giurò a se stessa che non avrebbe più permesso che accadesse e che si sarebbe ricordata ogni singolo giorno chi era, quale il suo valore e, soprattutto, il sentiero da seguire.