Quella mattina, nel cielo azzurro volava beato il Falco Pellegrino, conosciuto da tutti come Falco Speedy.
Le sue specialità erano la velocità e la vista portentose. Era in ricognizione già dalle prime luci dell’alba e passava radente al bosco osservando la natura che si stava svegliando dopo un lungo inverno.
«Che meraviglia quel campo di margherite», osservò estasiato salutando con un cenno del capo il suo amico Bradipo Pietro che arrancava lento vicino al prato.
Lanciò un fischio a Ghiro Ginetto che dormicchiava ancora e lo fece sobbalzare:
«Buongiorno, Gino, come va?»
«Dai, svegliati, amico, non sai che chi dorme non piglia pesci?».
E sfrecciò via così veloce che Ghiro Ginetto pensò si fosse alzato il vento e sbuffò:
«Che bufera di vento, mah, le stagioni non sono più quelle di una volta!».
Falco Speedy era già lontano e gridò, con il suo caratteristico verso per esprimere la sua gioia di vivere:
«Wow, wow, wow che meraviglia!»
«Sveglia pigroni!»
«Non siete d’accordo?»
«La primavera è una stagione stupenda, sembra un miracolo della natura, un dipinto impressionista, guardate che colori, gente!».
Virò a sinistra, s’innalzò in alto, passò in mezzo a due soffici nuvole bianche e si lanciò in picchiata verso un bosco di betulle argentate.
Incrociò di sfuggita volpe Matilda che era impegnata a parlare con gufo Renato.
Diede un veloce colpo di ali a mo’ di saluto e volteggiò leggero verso un verde campo di grano.
Era felice, spensierato, sereno e gridò un ciaoooo prolungato alla lumaca Camomilla che alzò di rimando le piccole antenne.
Tutte le mattine il solito rituale, ormai i suoi amici lo stavano ad aspettare. Non iniziavano una nuova giornata senza avergli dato il loro buongiorno.
Si alzò ancora, su nel cielo infinito, fece due giravolte e tornò giù in picchiata.
Aguzzò la vista e rimase senza fiato quando scorse Lepre Sofia bloccata e drammaticamente intrappolata in quella trappola mortale.
Lanciò un grido di allarme alla popolazione animale:
«Aiuto, pericolo in vista, Lepre Sofia è stata beccata!».
Successe un putiferio, gli animali erano tutti agitati, persino mamma passera, rimase scioccata e diede un forte colpo di ala a papà Passero, urlando:
«Svegliati, Geppo, passa parola, sembra che Lepre Sofia abbia bisogno di aiuto!».
Grillo Parlante lì di passaggio, fece un balzo a quattro zampe e urlò:
«Pericolo, pericolo, allarme!».
Per tutto il bosco fu un passa parola e gli animali in un baleno si radunarono intorno a Sofia che piagnucolava sporca e avvilita:
«È finita, povera me, che sbadata, adesso che facciamo?».
Orsi, scoiattoli, lupi e piccioni si consultarono in cerca di soluzioni.
Fu Volpe Matilda, la vecchia furbona che, con il consiglio del saggio Gufo Renato, trovò una rapida soluzione:
«Niente paura, tocca a te Orso Bruno, sei l’unico in grado di togliere Lepre Sofia dai guai, caro amico forzuto!».
Bruno scosse la gigantesca testa pelosa, si alzò sulle robuste zampe posteriori e con un colpo secco della sua mascella poderosa, ruppe la trappola del cacciatore.
Lepre Sofia ora era salva, aveva il pelo un poco arruffato e teneva le lunghe orecchie abbassate.
Si vergognava di averli derisi forse anche feriti.
Guardò gli amici con gratitudine, pensò di essere stata sciocca, che l’egoismo e la vanità andavano banditi per sempre da quel bosco incantato che ora profumava di solidale forte amicizia, si sentì parte di quella grande famiglia!