Lascio un posto libero
per il prossimo giro di giostra.
Afferro il privilegio,
della distanza,
e accetto l’impossibilitá
di godere, a pieno,
di vividi dettagli:
da quelli difficili da digerire
a quelli che rendono
un senso alla vita.

Capita, a volte,
che sia necessario
semplificare ogni sfumatura,
anche quelle dei sentimenti,
per tornare vivi, a noi stessi.
E se la distanza dal mondo
rende vana l’emissione
di un profumo,
che sarebbe gradevole ai sensi,
è vero che il mondo
è pregno, altrettanto,
di effluvi maleodoranti.

Qui non esistono melodie,
qui non giunge frastuono.
Da qui, tra le fronde
di questi alberi,
appoggiata alla terra
di questa collina,
non riesco a vedere le lacrime,
negate alla vista
per via del loro riflesso salino,
che le rende invisibili.

Da qui, devi sapere,
non riconosco, purtroppo,
neanche i sorrisi,
che sono tutti diversi
e significano sempre
qualcosa di nuovo.

La distanza, è vero,
questa distanza qui,
non svela quasi nulla
degli ingranaggi.
Ma la perfezione
di uno sguardo di insieme,
persino distratto,
può diventare l’unico
porto sicuro
per la mente
di un essere umano.

Posso lasciarti il mio posto
sul prossimo giro di giostra.
Ma devo avvertirti:
scendere è molto difficile.