Nel folto della Foresta Antica, cuore del Regno Incantato, si erge il Castello delle Fiabe, quello che segna i sogni ad occhi aperti di innumerevoli bambine che popolano la Terra. O meglio, uno dei tanti Castelli… ma trai più imponenti e importanti. La dimora della ormai Regina Biancaneve, che fu sede, come ricorderete, della perfida Grimilde e del suo complice Specchio.
La nobile e leggiadra figura di giallo, blu, nero e rosso vestita (e qua è quasi accanimento! Ma che gli avrà mai fatto costei a Walt? Mah, qualche dubbio viene … ) con la pelle bianca come la neve e i capelli neri come l’ebano, nota frontman del gruppo inglese post-punk THE CURE (ah no scusate questo mi pare di no… non c’è niente da fare, la confondo sempre con Robert Smith) quel giorno si muoveva agile nelle zone normalmente popolate dalla servitù. Una parola “servitù” che costei, rinomata nei secoli per essere la più gentile tra le dame gentili, mai e poi mai avrebbe utilizzato per appellare il maggiordomo, i cuochi, le cameriere e i giardinieri che pure si adoperavano numerosi nelle immense aree che costituivano il mitico e fiabesco luogo, costantemente bisognoso di cure e manutenzione.
Quel mattino era l’inizio di un giorno speciale per Biancaneve (e per il Fiabesco Regno in genere) che comunque da sempre per sua usanza si occupava della cucina, delle pulizie e della manutenzione del maniero anche in prima persona.
Ma quel giorno dicevamo, si teneva al Castello una importante riunione e i (o meglio LE) partecipanti, con passo lento e fiero di antiche Valchirie, stavano pian piano affluendo nei luoghi adibiti al dibattito che avrebbe fatto la storia del Favoloso Regno. La bella e nobile figura di giallo, blu e nero vestita, col consueto fioccone rosso in testa (ma che schifezz… scusate non ce la posso fa’!) era tutta indaffarata nella cucina del Castello dove faceva accomodare la sua prima regale e fiabesca vicina, Cenerentola, che accompagnata da una mini carrozza in zucca, trainata da topi in ghingheri, portava in offerta deliziosi manicaretti preparati a dovizia da sè medesima e dai suoi minuscoli, laboriosi e fedelissimi aiutanti.
A rompere l’incanto di questo ingresso trionfale facevano all’improvviso ingresso nella cucina un paio di nani che noncuranti della presenza delle due dame iniziarono a disporre ingredienti e padellame a destra e a manca.
Biancaneve dapprima quasi canticchiando e sorridente fece loro cenno di togliere, come dire, il disturbo. Ma, non avendo sortito l’effetto sperato, e a questo punto con espressione piuttosto esausta e scocciata, si fece giustamente sentire “Dotto e Brontolo, e che diamine! È una settimana che sapevate di questo tè con le mie amiche, cribbio! Una settimana! Quindi, per favore, sloggiate, prima che perda la mia proverbiale pazienza e quella gentilezza di cui da secoli si cantano le lodi. Potete allenarvi per le selezioni della prossima edizione di Master Chef anche nella cucina della Casetta nel Bosco”.
I due sbofonchiarono qualcosa di incomprensibile e alzando gli occhi al cielo uscirono ingrugniti, senza perdere occasione di trafugare un paio di padelle reali.
Cenerentola sempre sorridente e luminosa, e vestita di tutto punto come se stesse partecipando a quel Gran Ballo che le permise molto tempo addietro di cambiar la sua triste sorte, con i fedeli topini agghindati a seguito, aiutava con vassoi in argento a disporre dolciumi e zucchero, muovendosi agile nelle scarpette in cristallo quasi fossero comode come un paio di Crocs.
Biancaneve la osservava incredula e guardava i topini con espressione anche un po’ schifata “Non puoi proprio farne a meno, vè? … Comunque dicevamo, Walt ti ha reso proprio un bel servigio…”
Interrompeva ancora una volta quella che poteva sembrare una innocua chiacchierata tra vicine di casa (ma che in ben altro si sarebbe rivelata in seguito) l’ingresso regale dell’incanetevole Belle nel suo abito giallo, con il solito libro in mano, seguita da Ariel con gli splendidi capelli rosso fuoco disposti senza legami sulle spalle candide, per meglio risaltare sul vestito in verde acqua, richiamo delle sue origini di abitante di Atlantide. E poi ancora Pocahontas seminuda e con la splendida silhouette scura in piena vista, che proprio di abbigliarsi alla moda classica principesca non pareva avere intenzione alcuna. E ancora Mulan, gioiello del Sol Levante che dismessi gli abiti maschili si presentava leggiadra nel tradizionale kimono. Ed ecco, qualche passo in ritardo sul corteo in ingresso, arrivava Aurora, bellissiima e in rosa, che si stiracchiva e sbadigliava come di consueto. Un po’ di difficoltà palesava invece Rapunzel, rimasta attorcigliata in chilometri di capelli. In contrapposizione a tale disagio, comodamente adagiata sul tappeto volante preso in prestito dal suo sposo Alladin, giungeva infine Jasmine, che per l’occasione aveva abbandonato le vesti odalische da Mille e Una Notte per indossare il meraviglioso abito blu che così bene faceva risaltare gli occhi grandi e i capelli di brace.
Tutte si baciavano e di omaggiavano con fare da nobildonne per poi sistemarsi nell’adiacente sala intorno alla grande tavola imbandita con le magiche stoviglie animate, prese in prestito dal Castello limitrofo di Belle e della Bestia, il più vicino tra tutti a quello che vide celebrarsi questo importante evento.
Dovete sapere che Belle e Biancaneve erano tra loro molto, molto, molto amiche, anche perchè vivevano a pochi passi l’una dall’altra e sovente le si vedeva passeggiare insieme a Cappuccetto Rosso per la Foresta incantata a raccogliere funghi e disquisire dei tanti libri che Belle leggeva a ritmi davvero impressionanti.
Biancaneve, una volta che tutte le sue gentili ospiti si furono accomodate, riprese il suo discorso da dove era stata interrotto, che aveva un piano ben preciso da seguire e da portare a termine “… Non siete d’accordo voi altre? Praticamenente Walt ha regalato a Cindy (alias Cinderella o Cenerentola) il sembiante senzatempo di Grace kelly, con quegli occhi color zaffiro, la bocca rosa a cuoricino, i capelli lisci e sempre composti, anche dopo una giornata di lavori forzati!”
Intervenne allora Jasmine, che con aria conciliante cercó di spiegare a Cenerentola le ragioni di Biancaneve “La realtà è che fino a poco tempo fa le bambine ancora ti si contendevano quando giocavano alle Principesse, e tu hai una certa età mia cara”. “Esatto!” Riprese Biancaneve “fino ad un lustro fa, o giù di lì, le si sentiva ancora gridare IO, IO saró Cenerentola, IO!”
Aurora dopo uno sbadiglio intenzionale, con lo scopo di richiamare l’attenzione, e senza dire una sola parola, accennava ad una espressione di disapprovazione: anche lei faceva parte delle fiabe più antiche e si sentiva tagliata ingiustamente fuori da quei giochi, magari bambineschi, ma pur sempre di potere “È inutile che fai quella faccia Aurora.” Continuava Biancaneve “Sì anche tu sei bionda e sei bella… ma se proprio dobbiamo dirla tutta, tra le gatte morte che popolano questo Regno, perdonami… ma tu sei, ecco, la Regina indiscussa!! Ma lo dico per via delle tue nobili origini, ci mancherebbe! Non per risultare offensiva!
È che, come dire… per tutta la tua storia pari… ehm… un salame tra le mani di fate, principi e streghe cattive! Addormentarti è il massimo dell’azione che ti sia stata imputata, e pure quella indotta per sortilegio.
Che fai, oh no… non ti rimetterai a piangere adesso?!
… E su dai, no… non fare così!
Ok ok, sei bionda, splendida splendente e il tuo vestito rosa ha davvero il suo perchè! Le bimbe adorano il rosa!!!
Piaci Aurora, alle bimbe piaci molto… dai Aurora! … Ragazze aiutatemi!”
Aurora era irrimediabilmente scoppiata in un pianto esasperato… Biancaneve si trovava davvero in difficoltà, e come spesso capitava in quei frangenti si rivolgeva alla sua amica più cara e fidata “… Belle, tu che sei intelligente, come la spengo? ”
“Addormentala, dimenticherà ogni cosa.”
“Mmm ma certo… genio!! … Aurora, che ne dici di un bel pisolino ristoratore??”
Belle accennó, decisa, ad una ninnananna e la principessa Aurora, come sotto incantesimo, si dispose leggiadra su di una ampia poltrona, instantaneamente immobile.
“Alla faccia della narcolessia … fiuuu, grande Belle!” A quel punto Biancaneve si accorse suo malgrado come anche Ariel la stesse guardando per storto.
“Eccone un’altra… Cosa è quel broncio Ariel? Non ti va giù eh, peró dai ammettilo, nulla ha potuto la tua chioma rossa, o la tua leggendaria voce argentina da Sirena ammaliatrice. E neanche la lunga coda ittica verde acqua brillantina… certo hai il tuo pubblico, ma qui si parla di grandi numeri! E non tutti stanno in fissa col mare. Tanti, ok, ma non tutti!”
Ariel replicó con una argomentazione in apparenza inoppugnabile “Ci sono bambine, mia cara reginetta, che fanno corsi per imparare a nuotare con finte code da sirena, non so se rendo!”
“Oh, riguardo alla fantasia umana relativa ai milioni di modi per accontentare l’innata smania di celebrare un consumismo sfrenato non nutrivo dubbio alcuno. Credimi!” Replicava saccente Biancaneve, ammiccando uno sguardo compiaciuto verso Belle, ma poi proprio a lei rivolgeva ennesime parole di disincanto “Belle, tu sai quanto io ti stimi. Ma davvero pensavi che la tua vena ‘intellettuale’ avrebbe rovesciato il desiderio di emulazione indirizzato verso la principessa TOUT COURT Cinderella? Mia adorata intelligentona… O per carità, bel tentativo! Pure la trovata di far finta di non sapere che sotto alla facciaccia brutta di quel mostro del tuo attuale sposo si celasse quel fig… ehm il bel sembiante di un principe che nulla ha da invidiare ad Azzurro… Ma no! Cindy presto è tornata in auge! Una o due stagioni e ha riconquistato il primato.
E quanto pensavate sarebbe durata l’aria esotica di Pocahontas o il fascino guerriero di Mulan?
Il tempo di una stagione, il fermento della novità. E poi? Si qualche fan resta… ma i numeri che contano, quelli, sono sempre stati solamente per lei.”
Rapunzel provava allora a dire la sua: in realtà le bastó alzare un dito con una certa timidezza per essere irrimediabilmente messa a tacere dalle facce sornione delle altre commensali
“E dai, te ne prego, non farci ridere, cosa volevi ottenere con i tuoi capelli senza fine, Rapunzel (alias Raperonzolo! Cioè poveretta, già il nome, ma dai…) anche poco pratici a dire il vero… Magici? Sì, ma non abbastanza! Non hai saputo comunicarla bene la tua magia. Non conta solo SAPER FARE, è anche più importante SAPERLO RA CCON TA RE!”
A questo punto Cenerentola si espose finalmente per dire la sua.
“Bianca cara, ce l’hai con me da quando ti ho soffiato Azzurro, è inutile che lo neghi, stai cercando di farmi terra bruciata, ma non funzionerà…”
“Ah guarda, se ti piaccioni i principi di seconda mano non è affar mio… ti diró, che di occasioni ne avrei avute per rifarmi una vita, ma se permetti mi godo finalmente il Castello in solitaria, e poi frequento una persona… ”
Tutte le principesse la guardarono estasiate e curiose, e in coro iniziarono a chiedere “Chi, Chi è? O su dai Bianca, non tenerci sulle spine…!!!”
“No, no… troppo presto per ufficializzare… e poi è bello fare le cose di nascosto! Mi sento tipo 60 anni di meno, dovete credermi… ih ih ih!”
Tutte ridacchiarono ammiccando.
“Comunque cara Cindy, il tuo primato è giunto al termine, e se vi ho qui convocate mie care amiche, è per tentare di cambiare insieme la prospettiva di oblio che tutte ci accomunerà in breve, se non si agisce in fretta.
Lo sapete meglio di me: qualche anno fa è arrivata un’altra pretendente in questo Regno, che è riuscita con grande astuzia nell’intento di usurpare il trono cinquantenne della qui presente reginetta finta ingenua e pure crucca. E non far quella faccia Cindy, lo dico con affetto!!”
Cenerentola, che iniziava a mostrarsi un po’ insofferente, fece finta di non avere proprio afferrato il riferimento. Biancaneve, a questo punto un po’ gaudente, continuó la sua argomentazione “… Come chi? Ah fai la finta tonta. Eppure rispetto a lei tu sei praticamente latinoamericana… Sarete cugine o qualcosa del genere! Che quelli della Disney si divertono ad intessere intrecci sotterranei di parentele improbabili, insieme alla miriade di messaggi satanici subliminali, ovviamente.
Esiste qualcuna tra voi che non ha ancora mai sentito parlare di Frozen, della Regina dei Ghiacci, delle mitiche Sorelle dei Fiordi del Grande Nord?
Ebbene sì, solo lei è riuscita a fare breccia nello sguardo incantato delle piccole donne odierne. E solo perchè è l’unica tra noi che oltre ad avere dei poteri suoi, li ha anche saputi raccontare al Mondo in modo, ammettiamolo, veramente eccelso, con tanto di colonna sonora degna di Broadway.
Che all’inizio non li governasse per nulla quei poteri, e che – non una ma ben due volte!! – stesse per far fuori sua sorella Anna con un colpo assiderante, e giá che c’era anche buona parte del mondo conosciuto… alle bambine odierne poco interessa. Elsa di Frozen ti ha spodestata bella mia! È bastata una folata di ghiaccio magico ben assestata et voilà!
E poi vuoi mettere, con la sorella Anna a farle da spalla e a far risaltare quella bionditudine albina: si sà che l’unione fa la forza!
E quel vestito color ghiaccio, il mantello brillante, spalle nude in vista nonostante 50 gradi sotto zero, fasciante sui fianchi… ghirigori di ghiaccio tutto intorno, ma come si puó resistere ad Elsa?
E poi fino ad ora è la prima tra noi tutte che non è caduta lessa per il primo maschio accorso a reclamare eterno amore… Elsa sì che potrebbe cambiare le cose! Ma è questo quello che vogliamo? Che le cose cambino?”
Mulan a questo punto trasaliva e sfoderava la sua spada, non ne poteva davvero più di sentirsi considerata una nullità! Ma per l’ennesima volta Biancaneve la mise a tacere.
“Sì Mulan, tu hai fatto la Guerra… ti sei finta uomo. bla bla bla. Ma diciamocelo… non è che la tua storia proprio si ricordi un granchè. Sempre meglio di quella di Pocahontas comunque. Tanto cara, fisico alla Naomi Campbell… ma per il resto! Boh, tabula rasa!”
Pocahontas le guardó tutte fin troppo sorridente, fu subito evidente che non ci stesse capendo nulla e che non fosse mai stata in grado di decifrare l’idioma delle altre ospiti: non una sola parola dall’inizio di quel fondamentale incontro…
Biancaneve la guardó dapprima stizzita, poi quasi intenerità, finchè non si accorse che anche Jasmine la stesse guardando con espressione insofferente.
“Jasmine cosa c’è? Cosa c’è? Tu non sei mai stata la protagonista del tuo cartone. E a dirla tutta neanche troppo Alladin, il tuo moroso: la veritá è che voi, entrambi, avete vissuto nella luce riflessa di quel fustacchione del genio… Mamma mia, che istrione! Non a caso nella versione italiana è stato doppiato da Gigi Proietti.”
A questo punto Cenerentola intervenne “E quindi, sentiamo, cosa suggeriresti per impedire questo poverbiale cambiamento al vertice?”
“Semplice! A cosa vuoi che servano poteri magici e libertà di spirito quando una Legge, assai esplicitamente, ti impedisce di giovarne? Io proporró la Legge, e voi la voterete! Il gioco è fatto.”
Tutte a quel punto compresero, e guardarono Biancaneve non prive di una certa ammirazione… tutte tranne Pocahonats, che continuava a non capirci un tubo, e Belle e Jasmine, che invece capivano fin troppo bene. Biancaneve da ottima politicante, allora, si rivolse proprio là dove il voto era incerto.
“Belle, Jasmine… mi rendo conto che i vostri principi di libertà e uguaglianza vi impedirebbero in una situazione normale di appoggiarmi. Ma qui si tratta di impedire una dittatura!!”

Qualche tempo dopo Elsa fu costretta per legge a sposarsi entro il suo ventiduesimo compleanno con un Principe di un qualche colore e indegno di nota, pena l’estromissione dal Regno delle Favole. Non usó mai più alcun potere, che solo Maghi, Fate e Streghe avrebbero potuto conservare questo provilegio, non le Principesse, tantomeno le Regine. Il suo abito divenne assai più sblusato e castigato.
Per l’eternità tuttavia continuó indisturbata a frequentare la sua cara amica Pocahontas, della quale fu l’unica a sforzarsi di apprendere il nativo idioma Pellerossa.
Trilly una volta raccontó a Peter Pan, che lo disse a Capitan Uncino (che come è noto non è un gran gentiluomo e di custodire segreti non si cura a meno che non gli servano per qualche losco fine piratesco) di aver visto le due insieme di notte, mente pattinavano mano nella mano in piena estate sul Lago Incantato, ghiacciato per via della magia. Le due figure, una bianca come il latte, l’altra nera come una pantera, Illuminate dalla luna piena, sempre secondo Trilly, si sarebbero scambiate il più delicato e romantico dei baci saffici e non, mai visti o raccontati in quel Favoloso Regno, per poi tornare al mattino dai rispettivi consorti, onde preservare integre le apparenze, proprio come accade qui, sulla Terra privata dai sogni.

Cenerentola invece, sempre dedita alle scalate sociali, aprì indisturbata la prima catena di ristoranti completamemte gestita da topi, sottopagati, obbedienti e laboriosi. Si avvalse per la promozione dell’iniziativa di Dotto e Brontolo, vincitori dell’ultima edizione della versione fiabesca di Master Chef. La ricchezza dell’avvenente seconda consorte di Azzurro ormai fa ombra a quella contenuta nella Caverna della Dea Tigre di Agarabah, dove fu rinvenuta per la prima volta la lampada magica contenente il genio, che (resti tra noi) è la persona che Biancaneve continua a frequentare “liberamente”, salvo poi godere della libertà derivatagli a seguito del divorzio da Azzurro, collezionando toy boys adescati trai fan degli appassionati del genere dark o post-punk che dir si voglia, i quali letteralmente impazziscono per la sua pelle lunare e per la sua stramba usanza di addentare mele avvelenate.
Ariel ha aperto la prima scuola per finte sirene nel mondo delle fiabe. Rapunzel, sua prima discepola ha rischiato più volte l’annegamento aggrovigliandosi in acqua nei suoi capelli bagnati. La disciplina ha avuto comunque grande successo entrando a far parte dei Giochi Olimpici Incantati. Jasmine, l’atleta favorita della squadra delle principesse è stata squalificata: sott’acqua a trascinarla veloce, nascondeva il tappeto magico, ma una ripresa sfortunata lo ha inquadrato perfettamente mentre fuorisuciva per riprendere fiato.
Belle, un tempo amica del cuore di Biancaneve, le tolse il saluto subito dopo la promulgazione della orribile Legge, che osteggió senza successo, fedele come sempre è stata al suo credo, al suo intelletto, e senza timore alcuno della solitudine dovuta alla non omologazione e all’amore per la diversità, a suo dire la più importante ricchezza da preservare in tutti i Mondi.
Da allora vive rinchiusa nel suo Castello, quasi sempre ospite della grande Biblioteca, unico luogo in cui si sente libera e felice, oltre che tra le braccia dell’uomo che fu la Bestia, e che da sempre ama.
Favoloso o meno, tutto il Mondo a quanto pare, è Paese.