TI REGALERÒ UNA ROSA

Non mi piace stare qui. Mi sento oppresso, tutti gridano, oppure stanno immobili per ore a guardare nel vuoto. È un posto lugubre, triste non fa per me.  Quei guardiani col camice bianco, sempre a darmi pastiglie, mi fanno dormire anche se non voglio. Basta, ho deciso, farò finta di ingoiarle d’ora in poi. Devo stare sveglio, ho preso una grande decisione, ho un piano perfetto.
Da una settimana ormai fingo di prendere le pastiglie, sono sveglio e lucidissimo, stanotte me ne andrò. Ecco, hanno spento le luci, il guardiano si è appisolato, con la massima cautela riesco a prendere le chiavi del cancello, infilo le scarpe nuove, indosso il cappotto e sopra un camice bianco, non si sa mai. Prima però voglio guardare per l’ultima volta la mia dolce Ines. Mi piace tanto stare con lei, è dolce e comprensiva, mi vuole bene ma… non può camminare, non posso portarla con me.
Apro piano la porta della sua stanza, dorme tranquilla, prendo una rosa dal vaso e la depongo sul cuscino… addio mia cara!
Sono fuori! Fa tanto freddo, non importa, sono libero, camminerò in fretta per trovare il luogo giusto per me. Le luci delle case sono spente ma nella piazza c’è gran movimento: ragazzi che bevono e schiamazzano, barboni che dormono sulle panchine o sotto il portico di qualche negozio, coperti da cartoni, donne che vendono amore a buon prezzo… no, non mi piace neanche questo posto, continuerò a camminare.

 

Sono stanco, ormai sono settimane che vago senza meta, le scarpe sono sfondate, ho fame, ho freddo, non ho trovato ancora il posto giusto per me.
Scendo sotto un ponticello che sovrasta un piccolo ruscello ghiacciato, mi siedo su un sasso. Che silenzio, che pace! Sì, questo posto mi piace, è adatto a me, anche se fa tanto freddo. Chiudo gli occhi un istante, vedo una casetta in mezzo al prato, con le tendine colorate e i fiori sul davanzale. Che bello, è primavera! Una donna si affaccia alla finestra sorridendo…
“Ines! Che bello rivederti, stai benissimo, sembri più giovane. Aspettami, ti raggiungo subito… ho trovato il posto giusto per me”.
La mattina dopo un passante chiamò l’ambulanza, un corpo assiderato giaceva sotto il ponticello.