Me lo ricorderò tutto questo sonno? Ei tu, tu con quell’aria da professionista realizzato, tua madre ti ha mai raccontato che i primi anni della tua vita li ha vissuti in un continuo stato di cosciente dormiveglia? Che nulla bramava tanto come potersi permettere per qualche ora di abbandonare le membra e assopire i pensieri. Di tornare ad essere per brevi istanti una bambina bisognosa di cure.

O lo hanno dimenticato le vostre madri, tenendo vivo solo il ricordo di quei baci umidi, di quell’amore assoluto, della gioia di vedervi raggiungere i vostri personali traguardi, nella costante dicotomia tra rendervi autonomi e trattenere il cucciolo che per sempre continuano a cercare nella profondità del vostro sguardo? Dico a voi, voi che siete intenti a digitare sullo smartphone a quelle stesse madri che stasera non tornate per cena.

Me li ricorderò i richiami nella notte, le ansie per un 37.2, l’impossibilità di portare avanti un’azione, o anche un solo pensiero di media complessità. Tu, sì tu professore dall’aria imbronciata, tua madre ti ha mai svelato l’impossibilità fisica e psichica di riappropriarsi delle gioie di coppia?

O ricorderò soltanto il correre nel vento, la bellezza dei disegni, le buffonate che nascono spontanee, le manine addormentate, le guance di pane caldo, dal profumo inebriante, in cui accoccolarsi nella notte, le serate cartone e stuzzichini, tutti e 4 sul divano a non poter capire dove comincia l’uno e dove finisce l’altro, ognuno con la sua coperta in pile anch’esse indistinguibili per fine e per inizio?

Me li ricorderò i vostri litigi insensati, le urla incontenibili? Ei tu, bellissima fanciulla che percorri correndo il viale a tempo di chissà quale moderna pop star di cui di certo ignoro l’esistenza, tua madre ha mai lamentato l’esplosione di ogni luogo appena riordinato al tuo passaggio, la lagna che ti scava nelle tempie, il non poter godere di un solo momento di agognata solitudine.

O ricorderò soltanto le risate, le carezze zuccherose e lievi, le giornate intere all’aria aperta, quando siete felici davvero e gli occhi brillano di una luce nuova ogni volta, lo stupore di osservare due perfette miniature che si appropriano e colorano di pensieri in miniatura i miei spazi, la meraviglia di riscoprirmi in famiglia, amata e amante, in un modo che a volte sembra davvero dare significato al perfetto, il non dover temere un solo momento di disperata solitudine.