LA REALTA’ DIETRO L’APPARENZA
La notizia della morte di Mimì Messinese aveva profondamente sconvolto Concetto Scalavino, che pretendeva di partecipare ai suoi funerali, pur avendogli il medico imposto l’immobilità assoluta.

Non c’era modo di acquietarlo, che non se ne faceva una ragione di quella morte non annunciata, e riandava col pensiero all’ultimo pomeriggio trascorso insieme, che non v’erano stati segnali che lasciassero presagire l’evento funesto. Stava bene, Mimì, ne era certo, forse un po’ stanco, forse un po’ teso, ma questo lo aveva attribuito ai preparativi dell’imminente partenza di Giandomenico.
All’inizio s’era addirittura rifiutato di crederci, etichettando la luttuosa notizia come lo scherzo macabro di qualche buontempone, anche se non avrebbe saputo spiegarsene il motivo, ma i Messinese di dicerie cattive e fraudolente erano stati, anche nel passato, i destinatari.
Aveva chiesto a Brigida Catalano di sincerarsi di questa chiacchiera, che altro non poteva essere, ma quando lei gliel’aveva confermata lui era piombato in uno stato di prostrazione tale che l’aveva fatta spaventare, per cui era stato necessario l’intervento del medico che gli aveva prescritto un iperico.

La corona di fiori che Concetto Scalavino aveva commissionato per i funerali di Mimì Messinese era degna di un imperatore e il messaggio di condoglianze, personalmente recapitato da Brigida Catalano alla vedova, esprimeva il dispiacere più grande, e il dolore infinito, per la perdita di un amico e di un grande uomo.
Pietra, quel messaggio lo aveva letto e poi, sotto gli occhi di Brigida, lo aveva stracciato.
«Ringraziatelo da parte mia, per la corona e le parole, ma dissuadetelo da qualsiasi altro atto di cortesia. La morte di mio marito sancisce la fine di ogni rapporto tra la nostra famiglia e il signor Scalavino. Per la liquidazione degli affari in corso se ne occuperà mio figlio Giovanni: sarà lui a contattarlo, ma nel frattempo fate in modo che non prenda nessuna iniziativa personale. E’ un consiglio per il suo bene.» Aveva detto Pietra, senza altre spiegazioni, congedando Brigida.

In realtà, la maestosa corona di fiori di Concetto Scalavino, aveva suscitato le ire di Giandomenico che lo riteneva responsabile della morte del padre, e s’opponeva che fosse al seguito del corteo funebre.
«Non voglio scandali » aveva tagliato corto Pietra «La corona di Concetto Scalavino ci sarà come quella di chiunque altro abbia voluto rendere omaggio alla memoria di tuo padre. »

«Non potere impormi questa finzione.» Giandomenico aveva battuto un gran pugno sul tavolo.
«Allora non venire!» aveva ribadito con gli occhi asciutti e con fermezza Pietra «Ma se vieni esigo il tuo rispetto per la mia volontà. » Poi, carezzandogli la mano ancora chiusa a pugno, e sfiorandogli la guancia con un bacio, aveva aggiunto con dolcezza «Non tramutare il tuo dolore in rabbia. Soprattutto non cercare un colpevole su cui scaricarla. Non è questo il caso.»

Giandomenico aveva presenziato alle esequie tenendosi in disparte, al margine del gruppo di famiglia: la barba incolta e gli occhi bui, impenetrabile nel suo lutto e nel suo dolore. In quella sua evidente disperazione, che non tollerava né voci né contatti, nessuno degli astanti aveva trovato il coraggio di avvicinarglisi e stringergli la mano per espletare i riti consolatori del cordoglio.

All’oscuro delle dinamiche della famiglia Scalavino, Brigida, del messaggio di Pietra Messinese, prudentemente aveva riferito solo dei ringraziamenti, che l’ansia febbrile con cui lui l’aveva sottoposta al fuoco di fila di domande a cui lei non sapeva dare risposta, l’aveva indotta a mantenersi nel campo delle rassicurazioni. Lui le chiedeva dettagli che lei non era in grado di fornirgli, poiché il brevissimo scambio di parole con Pietra Messinese era avvenuto sulla soglia di casa, dove non era stata invitata ad entrare. Anche questo particolare, Brigida, aveva omesso nel suo resoconto, decisa, però, ad approfondire quella storia per non trovarsi impreparata a doverne gestire i futuri, e forse imprevisti risvolti, perché l’atteggiamento di Pietra Messinese e quello di Concetto Scalavino, raccontavano due versioni contrastanti della medesima trama.
Per venirne a capo avrebbe chiesto chiarimenti a Gemma e Rebecca.

Tra Brigida Catalano e le due ragazze  Scalavino, s’era da subito, e in maniera spontanea, stabilita un’intesa che basava sulla schiettezza dei caratteri, seppure Gemma, ferita dai comportamenti del padre, s’era mostrata se non restia, comunque guardinga, nei confronti della governante.
Brigida, da parte sua, non aveva fatto pressioni, non aveva invaso spazi e neppure preteso di assumere un ruolo diverso da quello per cui era stata assunta, ma non per questo s’era resa invisibile o, peggio ancora, ininfluente. Dall’esperienza acquisita nel dover gestire la sua numerosa, e problematica famiglia, e per lavoro altre ancora, aveva sviluppato quelle doti psicologiche necessarie all’interagire anche con caratteri difficili senza sopraffare o lasciarsi sopraffare. La sua eccezionale sensibilità, in sinergia col suo altrettanto eccezionale pragmatismo, impediva all’emotività di prendere il sopravvento, ma piuttosto di ragionare e di decidere.
Era stato con Silvestro, il fratello nato con lo sguardo degli angeli, nel tempo passato con lui che aveva sviluppato le virtù della pazienza, della tenacia, e della speranza che non cede allo sconforto. Era stato l’amore per quel fratello nato diverso a forgiarle il carattere e l’anima. Ad introdurla nei segreti delle parole mute e dei pensieri bisbigliati; del tempo a clessidra (l’evoluzione senza la sua dispersione) e degli equilibri concentrici (non esiste un unico equilibrio, ma diversi e di varia  natura, tutti circolanti intorno ad un unico ganglio che ne regola il bilanciamento) e del sonno liquido (la capacità d’immaginare ad occhi aperti, integrante all’arsura delle insonnie).
Con questo immenso bagaglio di conoscenze e di esperienza, Brigida Catalano aveva fatto il suo ingresso in casa Scalavino, in punta di piedi e senza rumore, ma prendendo atto con il colpo d’occhio dello specialista, della realtà dietro l’apparenza.

 RINASCITE
Nel suo primo giorno in casa Scalavino, Brigida aveva spalancato le finestre, sprimacciato cuscini e materassi e ravvivato le tende, liberato gli uccelli dalla prigionia delle voliere, chiesto l’intervento di un giardiniere nonostante le proteste e le ironie di Concetto Scalavino, che indifferente all’estetica, e al benessere psicologico che può derivare dal panorama di un giardino fiorito anziché da uno, come quello loro, spelacchiato ed eternamente invernale, che invece predisponeva alla malinconia, opponeva infantile resistenza.

«L’unica rosa di cui dovete prendervi cura è mia moglie.» Aveva ironizzato, per chiudere il discorso, giocando sul nome della moglie: Rosa, appunto.
Senza scomporsi, Brigida, gli aveva sorriso e sistemandogli il cuscino sotto il capo aveva detto: «Non è solo questione di estetica ma anche di bonifica, che le formiche stanno invadendo i piani bassi, e tra non molto ve le troverete anche nel letto. E vi assicuro che averci a che fare con loro non è affatto piacevole. Ho trattato un unico, convenientissimo prezzo, per entrambe le cose: opera di bonifica e di abbellimento. Una cosa non esclude l’altra, e voi non andrete fallito. » E stavolta era stata lei a fare ironia, uscendo dalla stanza senza dargli il tempo di ribattere.

Sotto la direzione di Brigida Catalano non solo il giardino era rigenerato in una nuova stagione ma anche Rosa, che s’aggirava per i suoi viali vestita con impalpabili tuniche color dell’aria,  intenta a raccogliere sassolini dorati, pietruzze di madreperla e scaglie di cristallo, opportunamente disseminati da Brigida per la sua quotidiana caccia al tesoro. Rosa ne faceva incetta durante le sue escursioni diurne, e quando dormiva, la governante tornava a spargerle per i viali, come briciole di Pollicino, affinché lei non smarrisse la strada di casa
…o come la coda di quelle comete irraggiungibili a cui Rosa, grazie a questo espediente, aveva smesso di dar la caccia a favore di un bottino terrestre, meno rischioso e più alla sua portata.