Dovreste vedere come sto quando mi metto elegante!

Anche la mia mamma me lo dice sempre: con il vestito scuro, la cravatta Regimental, il Borsalino e le scarpe fatte a mano sono irresistibile. Dice proprio così: nessuna donna saprebbe resistermi, ed è proprio vero.

Non ci credete? Non dovete contraddirmi, non è bello. Tante sere sono uscito così, in macchina fino in città e poi a piedi, a passeggiare lungo i viali alberati o gli stretti vicoli del centro storico, godendomi la frescura dell’inverno o il caldo dell’estate, perché, sapete, nella mia città non è mai troppo caldo né troppo freddo, specialmente la sera quando il sole è calato e si è anche calmato il vento. Naturalmente nella bella stagione mi vesto più leggero, a volte di grigio, ma sempre in completo e sempre con camicia bianca e cravatta. Questione di stile, dice la mamma, e ha ragione.

Le donne. Le incontro dappertutto, ma ovviamente mi avvicino solo a quelle che mi interessano. Non sopporto le donne che vanno sempre di fretta, o quelle vestite in maniera trasandata, che non ne mette in risalto la femminilità. E non mi piacciono neanche troppo alte: io sono un metro e settanta e non voglio guardare una dal basso in alto.

Mia madre dice che sono piccolo ma muscoloso, ed è vero. Le donne devono notarlo perché mi fanno dei grandi sorrisi e spesso mi invitano anche, prima ancora che io gli parli. Meglio così, perché sono timido, e ha un bel dire la mamma che devo essere più sicuro: purtroppo non c’è lei in queste mie passeggiate.

Le donne che incontro hanno tutte una strana caratteristiche: chiedono sempre dei soldi, l’elemosina. A volte cinquanta euro, a volte cento, a volte anche solo trenta. Non so perché, a me non sembra che ne abbiano bisogno, ma glieli do volentieri, perché sono tanto gentili. Mi abbracciano, mi sfiorano con le labbra, io penso che vorrebbero di più, perché cercano di sbottonarmi i pantaloni… Ecco, a questo punto mi irrigidisco, perché io sono vergine e la mia mamma mi ha sempre detto di non fare brutte cose con le donne, perché posso prendermi delle malattie e  anche morire. Io non voglio morire, così cerco di fermarle, ma loro ridono e non smettono, e allora gli metto le mani al collo e stringo, stringo forte.

Qui dove sono sto bene, sono tutti gentili con me, anche se sono triste perché non vedo mai la mamma, è in un’altra città, mi dicono. Non mi lasciano uscire, è vero, ma non ho neanche i miei vestiti, e non andrei mai fuori con uno di questi camici bianchi addosso. La gente intorno a me è strana, e non ci sono donne.

Pazienza, ma forse è meglio così, perché sono sempre le donne a mettere nei guai i bravi ragazzi come me: lo dice sempre la mia mamma.