Nella cameretta dei piccoli Stefano e Marica c’era un’infinità di giocattoli: peluche di ogni tipo e grandezza, tante Barbie con relativa casetta e guardaroba con vestiti a volontà, macchinine sportive, robot, una reticella da basket attaccata a una parete, dove Stefano si allenava per diventare “un grande campione”, così diceva. In un contenitore di plastica invece, c’erano tante palline colorate; i bambini si divertivano tanto a sedersi lì dentro e sguazzare in mezzo a quei colori sgargianti, come fossero in piscina. Sugli scaffali che il papà aveva aveva fissato al muro, tutti i giochi venivano riposti ogni sera, prima di dormire. Naturalmente dopo che la mamma si era sgolata ben bene coi bambini; fosse stato per loro avrebbero lasciato tutto per terra. Ma… spente le luci, nel silenzio della notte, avveniva qualcosa di fantastico: i giocattoli si animavano, scendevano dagli scaffali e cominciavano a chiacchierare fra loro. Così fu anche quella notte:
L’orsetto Puk si lamentava: “Oggi Stefano mi ha fatto cadere un sacco di volte, sono tutto sporco”.
La paperella Quik diceva che era stata troppo poco nell’acqua durante il bagnetto di Marica:
“Mi ha tirata fuori subito, ha preferito giocare con la tartaruga”.
Dal canto suo la tartaruga Slow era tutta felice di essere stata preferita alla papera.
Le numerose Barbie litigavano fra loro per accaparrarsi gli abiti migliori:
“Questo abito da sera coi brillantini sta bene a me!” diceva una.
“No, tocca a me indossarlo stasera, tu metti quello rosa di pizzo!”
“Io sono qui da più tempo di voi, quindi decido io cosa dovete indossare – intervenne la Barbie veterana – e poi c’è Ken che mi aspetta, quindi l’abito coi brillantini è mio!”
A quel punto una tartaruga ninja cominciava a minacciare tutti: “Non gridate, sveglierete i bambini! Se non la finite subito vi tiro addosso le mie armi appuntite”.
“Allora giochiamo – propose il coniglietto Bing – facciamo una partita di basket con le palline colorate”.
Furono tutti d’accordo, quindi ognuno raccolse dalla cesta una pallina e, più o meno goffamente, cercarono di centrare la reticella ma… subito si azzuffarono per il punteggio. L’orso bruno Big, il peluche più grande che arbitrava la partita fu incolpato di essere di parte; dava sempre punti validi agli orsetti più piccoli.
A un certo punto la giraffa Longa fermò tutti:
“Basta! Guardate, è quasi l’alba, presto rimettete tutto a posto, non vorrete far rimproverare questi dolcissimi bambini domani”.
Ubbidirono tutti immediatamente, le palline colorate tornarono nella cesta, i peluche risalirono sugli scaffali, Orso Big tornò a posto, sistemando gli orsetti vicino a lui.
La mamma svegliò i bimbi  come ogni mattina per andare all’asilo.
“Marica – disse Stefano – guarda l’orsetto Puk, è tutto sporco”.
“Per forza, ieri l’hai buttato per terra un sacco di volte! Dillo alla mamma così lo lava”.
Poi Marica guardò le sue Barbie: “Sai che questa è la Barbie più vecchia? Quasi quasi le metto il vestito nero coi brillanti e la faccio uscire con Ken, poverina è da tanto che non le cambio il vestito”.
Stefano fece spallucce, non gli importava nulla delle bambole.
“Stanotte ho sognato che giocavamo a basket con le palline della cesta”.
“Bello! Io invece ho sognato che facevo un bagnetto con la tartaruga e la paperella insieme”.
“Bambiniiii, siete pronti?”
“Sì mamma”
E così un’altra felice giornata ha inizio per i nostri piccoli Stefano e Marica, cui seguirà un’altra notte di sogni beati.