Talitha la piccola ragazza era arrivata dal mare in una notte buia , dopo pochi giorni dal Natale, credeva di poter vivere una nuova vita. Un barcone stipato di ragazzi che lei nemmeno conosceva. Sua madre le aveva dato poca roba da portare con se, quel poco poi le era stato rubato in quelle notti di viaggio. Furono scaraventati tutti sulla spiaggia al buio. Mentre si addentrava nella città si avvicinò un ragazzo con un borsone sulle spalle, lui già era pratico di quelle vie, l’accompagnò con gentilezza al centro. Anche lui non aveva un gran che da offrirgli, le regalò una scatola di accendini da poter vendere in strada. Lì si divisero le loro vie. Talitha vagava su quei marciapiedi, infreddolita sotto la pioggia, in giro non si vedevano persone erano tutte intente a preparare la festa di fine anno. Con le mani intirizzite provò ad accendere carta per scaldarsi. Ma il suo cuore era freddo; pensava a tutte le persone dentro le belle case riscaldate, con succulenti piatti fumanti sulla tavola. Fu lì che all’improvviso si trovò accanto un distinto signore sotto un ombrello nero. Con fare garbato la invitò nella sua casa offrendogli un vitto in cambio di lavori domestici.
Talitha ormai allo stremo da giorni convinta lo seguì. Si ritrovò in un elegante casa, immensi quadri alle pareti, mobili di legno intarsiati sovrastati da argenti. Talitha già sognava di lucidarli.
Il Signore la fece accomodare in cucina dove si rifocillò. Poi la condusse al piano superiore.Una magnifica camera da letto con drappi rossi alle finestre si presentò ai suoi occhi ingenui. Di lì a poco si consumò ciò che lei non avrebbe mai immaginato.
Il suo corpo fu vittima e la sua anima lacerata, chiuse gli occhi stringendo i denti e immaginò di volare dalla sua nonna, dove non c’era fame, freddo né paura.