Mi ero svegliato dove il fumo, lento,
saliva nell’aria, portando con sé,
fino al soffitto di logore travi,
l’anima e le sofferenze della povera gente.

Mi perdevo per cercare l’ignoto,
ma l’oppio bruciava e fumava negli occhi;
non cuscini né seta né misteriosi locali,
ma la realtà atroce di una vita estraniata.

Straniero ero io, venuto dal sonno
per vivere, loro più veri della veglia
nel sogno profumato e a me languido,
soltanto per resistere un giorno ancora.