8.30. Ho appena iniziato la mia colazione. Il tè fumante sulla tavola accanto ai miei biscotti preferiti, il corpo generosamente intorpidito nel pigiama di cotone.

Gli occhi non accettano completamente di aprirsi al giorno, come noncuranti: si sentono ancora protetti dagli ultimi strascichi di incoscienza, riconducibile alla notte da poco trascorsa… Me la prendo comoda, perché la demo è alle 10.30, ed io per raggiungere l’Eur, in fondo, ci metto 10 minuti.

La telefonata del mio capo mi ha forzatamente destata. Il significante: un proiettore, banali questioni tecniche. Il significato intrinseco – quello che stimola il subconscio – però parla di un giorno importante, nel quale occorre essere performanti, destarsi, brillare un po’.
La doccia in questi casi è un vero toccasana. Ho già scelto i vestiti nella fase di dormiveglia. Lascio nella fretta i capelli sconvolti, o meglio così hanno deciso loro per me. Due passate di cipria, il rimmel, pronta.

Un marito-coatch si materializza al mio totale risveglio, sempre meravigliosamente attento nel consegnarmi un ennesimo, ben accetto “in bocca al lupo”, “crepi”. Si va in scena.

…Ed eccoli lì, i miei amici-colleghi. Ci aspettiamo per gli ultimi rituali. Per dimostrarci la vera essenza del team working, che insieme si è più forti, che si possono superare ostacoli in apparenza quasi insormontabili, perché ognuno di noi ha i propri punti di forza. Perché siamo una vera squadra.

Tutto va per il meglio, nonostante le ansie, nonostante la paura o il naturale senso di inadeguatezza che talvolta ci può cogliere. E il merito è proprio di tutti, equamente distribuito.

Ma oggi è un giorno speciale, domani si parte.

Ed ora, finalmente, la sento la mente in vacanza. Un cuba libre virtuale già trova posto nella mia mano destra. Istante dopo istante divento più serena e mi riapro al mondo con gli occhi ridenti di uno studente che ritrova l’estate dopo quell’ultimo esame nel luglio inoltrato.

Ripasso con la mente luoghi e sensazioni, climi, stagioni e sapori
che hanno reso gioia alla mia vita.
In attesa che una nuova tessera di questo mosaico che è la mia vita sia posizionata.

In quale luogo e in quale tempo. In quale set di sensazioni troverà spazio questi prossimo viaggio… Quale colonna sonora, quali colori poi risveglieranno il ricordo?

Come è dolce oggi il non sapere. Il sabato del villaggio pervade la mente e la rende esultante, ma serena, quasi fosse aria.

Terra amica, sto arrivando. Mare caro già ti cerco. Luna madre già mi aspetti. Per riflettere insieme, perché sai che mi fermerò a guardare ed ascoltare come di rado mi è concesso fare.