Non capisco perché mi odiate tanto.

Voi, così grandi e grossi, inorridite di fronte a me come fa un elefante davanti ad un topolino.

Sono piccolo, silenzioso, mi muovo a zig zag nelle ore notturne, ho un aspetto gracile e color argento. Basta un niente ad uccidermi e per questo motivo scappo via lesto a rifugiarmi in qualche fessura.

Quindi non mi sembra proprio d’essere un mostro spaventoso tanto da giustificare quelle vostre reazioni.

E poi, la natura è stata parca con me: ho zampe che non mi permettono di arrampicarmi, non ho ali per volare ed anche il sesso, se lo faccio, non è davvero un granché.

Infatti, quando mi innamoro, confeziono un bel pacchettino e lo faccio recapitare alla lei dei miei sogni la quale, a sua discrezione, ne farà poi in separata sede l’uso che riterrà più opportuno.

Certo, non ho proprio un fisico speciale ma culturalmente sono proprio al top, senza timore di smentita.

Risiedo nella Biblioteca Nazionale a Roma ed adoro i libri, anzi, letteralmente li divoro.

Spazio dal genere storico a quello biografico, dall’epica al fantasy, dal gotico all’hard boiled con mia massima goduria e soddisfazione.

Ma la mia preferenza va indubbiamente ai testi antichi e rari e sogno una vacanza in una bella cinquecentina magari edita a Venezia.

Roba da gran gourmet, insomma, con quel suo odore stantio di carta stagionata al punto giusto… quella consistenza pronta a sfaldarsi… una vera libidine.

Ma voi odiosi umani me lo volete impedire ma anche se usate mille trucchi e trappole per uccidermi, io non ci casco, scappo.

Un giorno  stavo nel bel mezzo dell’Ulisse di J. Joyce, un bel tomo davvero nutriente e di un certo… peso, quando si è aperto improvvisamente ed ho visto un volto di donna e sentito un urlo acuto raccapricciante:

Pesciolinoooooo! C’è un pesciolino d’argento!” , manco fossi uno squalo bianco.

Al che sono dovuto scappare ed ho trovato rifugio più in là in ‘La colomba del castello’ della Delly, (romanzo rosa pallidissimo per educande d’altri tempi) proprio alla pagina in cui la vergin-fanciulla fugge in giardino in preda all’ambascia e ,rivolta al glicine, fa:” Dhe! Me tapina, poss’io fuggir al desio di quegli occhi di brace, alle sue mani audaci che sfiorarono testé il nastro tra i miei ricci?”

Certo, il salto da Joyce a Delly fu un ‘tuffo  con salto mortale e mezzo rovesciato con tre avvitamenti’ ma almeno caddi sul morbido.

Ora però, per tutti i tomi dell’universo cartaceo, spiegatemi perché mai non posso usufruire di tutto quel ben di Dio che voi tenete lì ammucchiato quasi sempre inutilizzato se non per raccogliere polvere, ignoranti e presuntuosi come siete.

Ed infine, spiegatemi: che diamine sono questi CD che vedo ogni giorno di più negli scaffali?

Ho provato ad assaggiarli ma sono proprio indigesti…

Foto  dal Web