Io sono quell’amore
che ha reso immortale i tuoi occhi

Alda Merini

Un dubbio, un’incertezza, una piccola riflessione.
Come da mia abitudine, certo…
Sarà deformazione professionale, la mia; sarà che bado troppo alla forma (letteraria, grammaticale, ortografica) e non solo alla sostanza; sarà che amo troppo questa nostra bella lingua per accettare inesattezze, imprecisioni o errori di vario genere. Ma….
Ma in questo bellissimo verso di Alda Merini, poetessa e donna che ho letto e amato, c’è qualcosa che mi “disturba”, che mi ha subito catturato gli occhi, ovvero l’attenzione visiva, allenata da decenni di letture e correzioni scolastiche…

IO SONO QUELL’AMORE CHE HA RESO IMMORTALE I TUOI OCCHI.

Ho letto questi versi nel web. Potrebbe anche essere, dunque, che siano stati trascritti e pubblicati digitando un errore involontariamente.
Ma non mi tornano i conti…
Per me, e per essere stilisticamente e ortograficamente corretto, il pensiero della Merini dovrebbe essere così:

Io sono quell’amore che ha reso IMMORTALI i tuoi occhi.

oppure, in alternativa:

Io sono quell’amore che HANNO reso immortale i tuoi occhi.

Questione di “regole”, null’altro.
A molti potranno sembrare esagerate, inopportune o anche inutilmente pesanti queste mie considerazioni, e lo posso comprendere.
Il mio non vuole essere un appunto, un’osservazione, tantomeno una critica, alla Merini, ma una riflessione spontanea, e per me – solo per me! – obbligata, sulle desinenze lessicali che spesso, e a ragion veduta, potrebbero e possono modificare significati e intenzioni di ciò che si vorrebbe comunicare o affermare…
Ecco, dunque, come è da me, mi sono una volta ancora dilungata e disquisita sull’importanza o meno di sottigliezze lessicali che, probabilmente, per la maggior parte dei lettori (nonché scriventi – e NON scrittori) non assumono alcuna particolare rilevanza, lo so.
Ma “per me”, e solo per me, rappresentano una mia personale esigenza cui invece non mi sottraggo, né lo potrei fare.
Si potrebbero dedurre, o intuire, da queste mie impostazioni magari una certa rigidità, una acquisita disciplina, un eccessivo rigore, che probabilmente caratterizzano un po’ tutto il mio Essere…
E ci sta, ok.
Ma di quanto io sia invece “LIBERA”, dentro, ecco – di questo – sono perfettamente consapevole soltanto IO, sì.
E ci vivo, e ci convivo, e ci parlo, e mi ci confronto, da sempre.
Con amore.
Magari attraversato pure da dubbi, incertezze, riflessioni, lacerazioni, cadute rovinose ed entusiasmanti rinascite, certo.
Ma con AMORE!
Da sempre.