E’ il tuo primo concerto come solista; suoni il pianoforte e studi musica da quando eri bambina.
Entri sul palcoscenico e il pubblico applaude, i maestri di violino e violoncello sono pronti; ti avvicini al pianoforte, illuminata da un fascio di luce bianca, con il cuore in tumulto.
Ti siedi un po’ rigida, splendente come una stella nel tuo lungo e aderente abito bianco da cerimonia. I lisci capelli biondi sono raccolti in una morbida crocchia e, una piccola perla al lobo degli orecchi, rende ancora più elegante la tua figura.
Tutti sono in attesa e in silenzio intorno a te. Le luci soffuse rendono l’atmosfera intima e quasi irreale.
Inspiri profondamente, apri lo spartito, guardi il maestro, gli fai un lieve cenno con il capo: sei pronta.
Al suo via, le tue dita bianche e affusolate, illuminate da un fascio di luce che le segue in ogni loro movimento, sfiorano i tasti lasciando fluire nell’aria le note stupende de “L’Ouverture de Il Lago dei Cigni di Tchaikovky”.
Violini e violoncelli fanno da cornice alla tua esecuzione rendendo l’atmosfera ancora più magica.
Con gli occhi chiusi, ti lasci immergere in un’altra dimensione; le tue mani si muovono veloci e si vestono di trasparente tulle bianco, indossano scarpette da ballo di raso e seta e volteggiano leggere nell’aria; il tuo corpo si piega in avanti come un cigno, una bella principessa stregata.
Applauso scrosciante, poi, di nuovo silenzio.
Le tue dita agili, leggere ma sapienti come le mani di un amante premuroso e attento, fanno vibrare l’aria di note delicate e intense, ricche di un’emozione indefinibile; accarezzano il cuore e incantano la mente per portare in superficie sentimenti nascosti e contrastanti di amore, struggimento, passione, gioia.
Il pubblico, silenzioso e attento, s’immerge insieme a te in questo giardino musicale, nel quale fiori invisibili ondeggiano nell’aria mossi da un vento celestiale che sussurra parole non dette, poi restano immobili e quieti per poi riprendere a danzare con rinnovata energia.
Le note si rincorrono sfrenate nel susseguirsi delle melodie, dolci in “Sonata alla Luna di Beethoven”; più allegre ne “La primavera di Vivaldi”, più incalzanti ne la “Sonata di Do Maggiore di Mozart”…
Sono leggere come farfalle di seta, come leggiadre ballerine in tutù che si muovono e s’innalzano insieme alla tua anima.
Il concerto è finito, rimani immobile qualche istante nel silenzio palpabile, con la testa china, le mani abbandonate in grembo e, poi, uno scrosciante applauso riempie il teatro; ti alzi in piedi, le luci sono ferme su di te, sollevi le mani, ringrazi i maestri, t’inchini graziosamente verso il tuo pubblico entusiasta, che, abbagliata dalla luce, quasi non vedi, ma sei così felice da sentirti frastornata.
Uno spettatore, in prima fila, si alza in piedi, ti manda un lieve bacio con la punta delle dita e ti lancia una rosa bianca, che volteggia leggera nell’aria e si posa dolcemente sul piano inclinato del pianoforte per poi scivolare languida fino a posarsi a terra, immobile. La raccogli, ne aspiri il delicato profumo, la appoggi sul tuo petto e fai un leggero cenno al tuo ammiratore che ti sorride.
Ce l’hai fatta!
T’inchini ancora, ringrazi il caloroso pubblico e abbandoni il palcoscenico per aprire una porta sul tuo nuovo futuro di promettente artista.
Matilde Falco