Quando Milita telefonò a Lucynda Morositas raccontando tutti i suoi dubbi e sospetti, ricevette in cambio una gran risata:
“Milita, ma che dici? Dono dell’ubiquita? ahahahahah! Non dirmi che credi a queste cose, è evidente che siamo di fronte a due persone identiche, due gemelle, non credi?”
“Gemelle? Madre de Dios, non ci avevo pensato! Sei sicura? E perché Hillary non lo ha detto?”
“Solo voci per il momento, di sicuro c’è sotto qualcosa di losco, ma vedrai che con le mie girelle di liquirizia verrò a sapere molto di più. Tu intanto, cerca di scoprire qualcosa, prova a indagare un po’”.

Elettrizzata da questa nuova scoperta, Milita si attrezzò di una lente d’ingrandimento, indossò un impermeabile beige, un cappello alla Sherlock Holmes e partì all’arrembaggio. Intanto pensava velocemente – Gemelle, gemelle, ora capisco perchè Hillary ha oscillato sui tacchi l’altro giorno, quando le ho parlato dell’assassino gemello, avrà pensato che lo sapessi e volessi smascherarla.
Arrivò in WM e parcheggiò l’ormai asmatica automobile. Si precipitò nell’atrio guardandosi intorno con circospezione.
“Milita!”
Oh no, Tilda l’aveva vista.
“Ehm, ciao Tilda”.
“Ma dove vai così conciata?” Mise subito mano alla pochette per un cambio d’abito.
“Nooo! No Tilda, lascia stare quella maledetta pochette. Ora non posso spiegarti, ho da fare”.
“Ohhh d’accordo Sherlock! Ma sappi che ti vesti proprio male, arrivederci!” E andò via offesa.
Milita sbuffò e cominciò la sua indagine: vide Hillary al banco del bar, aveva un tubino nero che le stava una meraviglia e una leggera giacca ocra aderente, le si avvicinò:
“Ciao Hillary”
Lei la guardò strabuzzando gli occhi, senza dire una parola.
“Hillary, mi riconosci?”
“Ahahahaha! Certo, anche vestita così si capisce chi sei… la solita impicciona!”
– Impicciona… impicciona… oh mierda, questa è Mallory – pensò Milita. Trovò una scusa per allontanarsi subito. – Allora Hillary è in ufficio, andiamo a vedere.
Nell’ascensore c’era anche l’imbacuccata Irina, che non riusciva ad abbandonare le abitudini della sua Casa Russia, si squadrarono a vicenda da capo a piedi, ma ognuno tenne per sé il proprio pensiero. Si salutarono con un cenno del capo in estrema sintesi, e ognuna proseguì per la sua strada. Milita raggiunse l’ufficio di Hillary, era vuoto. Sentì lo scroscio del water closed, attese un momento ed ecco uscire il Boss. Vestiva un tubino nero e una giacca leggera color ocra, identica all’altra. Quando la vide si bloccò sulla porta del bagno; aveva una strana espressione, tra lo stupito e il disgustato.
“Hillary” disse Milita – “Mi riconosci vero?”
“Ancora tu! Ma cosa vuoi da me? E perché sei vestita come un detective da strapazzo?”
A quel punto Milita tirò fuori la lente d’ingrandimento e l’avvicinò al viso della donna.
“Non mi convinci bonita, dì il mio nome, sai come mi chiamo vero?”
“Ma sei impazzita? Toglimi quell’affare dalla faccia! Certo che so come ti chiami… impicciona ti chiami,  impicciona!”
Anche lei! Milita non capiva più niente, senza rispondere si precipitò a piedi giù per le scale e sbuffando raggiunse di nuovo l’atrio. L’altra Hillary stava chiacchierando con Faber Paradise, e Miggy Gianis, che rabbia, non poteva certo interromperli. Missione fallita! Milita uscì dalla WM sconsolata,
raggiunse la sua auto, entrò e mise in moto. Un grido di rabbia le esplose dentro ed uscì dalla sua bocca: “MALASUERTE Y MIERDA!”