Sono arrivati che era ancora buio e hanno piantato i loro tendoni e, prima che sorgesse il sole, l’accampamento era già recintato. Dietro le pareti di stoffa barriscono gli elefanti e ruggiscono i leoni. Bambini scalzi si aggirano tra i carri, in perlustrazione, poiché lo straniero, per sorveglianza, non si serve di cani da guardia né di sentinelle nelle garitte, ma ha addestrato i suoi figli a questo compito, mascherato da gioco, cosicché l’innocenza è l’ingannevole cortina dietro cui s’innesca l’esplosivo. Siamo in stato d’assedio, ma nessun’altro, oltre me, se ne è reso conto. Io ho visto i segni premonitori come quel cielo notturno così stellato, e chiarissimo, da poter sembrare un albeggiare prematuro, e poi la repentina caduta del vento che per tutto il giorno aveva soffiato con intensità di bufera costringendoci al riparo nelle nostre case, ed ho capito che ciò che paventavo stava accadendo, e che anche Dio è dalla parte dello straniero. Non avremo quindi scampo. Dio è dalla parte del più scaltro, è una storia antica questa, che sempre si ripete. Dovrà pur vendicarsi della morte del suo unico figlio, così prolifica cattivo sperma che si diffonde nel mondo con l’invadenza di un virus sottile che genera bambini dagli occhi grandi, svezzati come cuccioli di cane, o in base agli istinti delle altre fiere allevate all’interno dei tendoni. Pachidermi, tigri, leoni, orsi, tenuti doverosamente al guinzaglio, che questo è il loro malevolo inganno, ma già pronti ad un cenno del domatore ad azzannare. Nessuno degli ignari spettatori si salverà quando, interdette le uscite ed aperte le gabbie, sotto il tendone si darà avvio al massacro, mentre all’esterno i bambini s’aggireranno scalzi tra i carri malandati, rincorrendosi ridendo, come stessero davvero giocando.
About The Author
Marilena Migiani
Lo scrivere, per me, non è vivere nel virtuale, ma in questo mondo reale dove non solo ESISTO ma CREO. E' una sensazione meravigliosa che non m'avvicina a Dio, ma a me stessa. (Marilena Migiani) Mi sono innamorata da bambina della parola pensata, del suo potere evocativo, magico. Nel mio vocabolario di allora pochi termini, molto elementari e forse con gli accenti sbagliati, ma capaci di strapparmi a quella solitudine che troppo spesso si tramutava in pianto, e spalancare finestre su mondi fantastici o semplicemente meno desolanti. Pensavo le parole e le vestivo di colori, così come vestivo la mia bambola (avevo una bambolina minuscola, molto essenziale, alla quale confezionavo gli abiti con la carta delle caramelle). Le mie parole evocative avevano odore di caramella. Le parole, anche quelle silenziose, quelle solo pensate, annullano il vuoto opprimente della solitudine. Questo devo aver intuito da bambina, così m'inventavo una favola, ed il finale era sempre bello (a quel tempo credevo ancora molto al lieto fine). Quando non inventavo elaboravo le storie sentite, le stravolgevo, le rendevo diverse da quello che erano in origine. Difficilmente accettavo la storia così come mi veniva proposta: dovevo vestirla con una carta di caramella, e solo io potevo deciderne il colore e il sapore. Ho sempre scritto da quando ho imparato a tenere la penna in mano. Poi c’è stata una lunghissima interruzione dovuta alla nascita di mio figlio, non solo per gli impegni della maternità ma anche perché scrivere e riporre le storie nei cassetti lo trovavo deprimente, perché chi scrive vuole essere letto. Ho ripreso in età ormai adulta, dopo molteplici vicissitudini esistenziali e durante il periodo più buio della mia vita, quello della depressione, su suggerimento dello psicologo e spronata da mio figlio. Scrittura terapeutica. E per me salvifica. Nel gennaio del 2008 ho aperto il blog “Antro Della Strega” che all’inizio era soprattutto diario on line e poi è diventato anche il quaderno dei miei racconti. Se non ci fosse stato internet credo che non avrei più scritto. La blogosfera mi ha dato modo non solo di pubblicare ma anche di conoscere ed entrare in contatto con altre realtà, confrontarmi con esse ed ampliare la mia visuale sul mondo. E sulla scrittura. … e se all’inizio, e per lungo tempo, il colore della mia scrittura è stato bianco rosso e nero, contaminazione dark nelle pagine del mio diario e nei miei primissimi racconti, poi, nel corso degli anni, e sul filo della mia evoluzione personale, è diventata a colori (perfino con inclusioni al neon), fino al più recente bianco e nero, nella tonalità brillante delle pellicole dei vecchi film restaurati per la visione di un pubblico nuovo. E’ per quel pubblico che scrivo e continuerò a scrivere.
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