Sono arrivati che era ancora buio e hanno piantato i loro tendoni e, prima che sorgesse il sole, l’accampamento era già recintato. Dietro le pareti di stoffa barriscono gli elefanti e ruggiscono i leoni. Bambini scalzi si aggirano tra i carri, in perlustrazione, poiché lo straniero, per sorveglianza, non si serve di cani da guardia né di sentinelle nelle garitte, ma ha addestrato i suoi figli a questo compito, mascherato da gioco, cosicché l’innocenza è l’ingannevole cortina dietro cui s’innesca l’esplosivo. Siamo in stato d’assedio, ma nessun’altro, oltre me, se ne è reso conto. Io ho visto i segni premonitori come quel cielo notturno così stellato, e chiarissimo, da poter sembrare un albeggiare prematuro, e poi  la repentina caduta del vento che per tutto il giorno aveva soffiato con intensità di bufera costringendoci al riparo nelle nostre case, ed ho capito che ciò che paventavo stava accadendo, e che anche Dio è dalla parte dello straniero. Non avremo quindi scampo. Dio è dalla parte del più scaltro, è una storia antica questa, che sempre si ripete. Dovrà pur vendicarsi della morte del suo unico figlio, così prolifica cattivo sperma che si diffonde nel mondo con l’invadenza di un virus sottile che genera bambini dagli occhi grandi, svezzati come cuccioli di cane, o in base agli istinti delle altre fiere allevate all’interno dei tendoni. Pachidermi, tigri, leoni, orsi, tenuti doverosamente al guinzaglio, che questo è il loro malevolo inganno, ma già pronti ad un cenno del domatore ad azzannare. Nessuno degli ignari spettatori si salverà quando, interdette le uscite ed aperte le gabbie, sotto il tendone si darà  avvio al massacro, mentre all’esterno i bambini s’aggireranno scalzi tra i carri malandati, rincorrendosi ridendo, come stessero davvero giocando.