Autostrada A22, Modena-Brennero.
Autogrill Campogalliano.
In fila alla cassa per pagare un lauto pasto a base di crudo, mozzarella e un microscopico panino, sì e no 5×2 cm, che ho infine appurato mi è costato la bellezza di 0,90/euro. Poco più grande di uno gnocco, un bocconcino, un furto legalizzato.
Ed ecco che, nell’attesa di sganciare l’obolo per il mio frugale pasto improvvisato, lo sguardo si posa, dapprima casualmente, su un anziano avventore del locale, un vecchietto almeno 80enne, curvo sulla schiena ingobbita, in abito di lana e cravatta, nonostante i quasi trenta gradi di questo anomalo aprile, appoggiato con fare incerto al suo bastone, sorretto con la mano destra, mentre con la sinistra reggeva i manici di una antica borsa da signora, probabilmente la moglie, in quel momento assentatasi per accedere ai servizi wc.
Mi incuriosì, l’omino, e cercando di non farmi troppo notare continuai curiosa ad osservarlo di sottecchi.
Mi ispirava tenerezza e simpatia.
Si guardava intorno un po’ smarrito, questa fu almeno la mia prima impressione, quasi come fosse capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Tutt’intorno un vociare chiassoso, tipico del luogo e dell’ora prandiale.
Solo lui mi appariva quasi spaesato, ma rassegnato ad affrontare la situazione con la stoica consapevolezza dettata dall’età, come un gentile signore d’antan in paziente attesa della sua compagna di vita, candida donnina uscita infine dai servizi con un filo di civettuolo rossetto sulle labbra sottili e raggrinzite.
Ecco, anche se solo per una manciata di secondi, l’osservazione di questa bellissima coppia di anziani coniugi mi ha improvvisamente donato una sensazione di tenerezza, di gratitudine, di amore, persino.
Come se averli potuti incontrare sia pur brevemente per lo spazio di qualche decina di secondi, avesse per me rappresentato l’istante di fortuna, casuale e irripetibile, da portare poi dentro me per il resto dei miei giorni, riconoscente di tanto fortuito incontro.
Al punto che, addirittura, mi sento persino di affermare di voler loro bene, a quei due vecchietti sconosciuti ed ora già spariti, per sempre, dal mio vivere, qui.
Tanto dall’aver deciso improvvisamente di sedermi qui, al volante della mia auto parcheggiata davanti all’autogrill, per mettere immediatamente nero su bianco i miei pensieri, il mio sentire, la mia (forse per più d’uno incomprensibile) gratitudine.
Perché la vita, sai, è anche questo.
E lei, la Vita, lo sa.
E anche io.