Autore: Gabriella Truzzi

Al vento

Un altro nuovo giorno si affaccia alla (nostra) vita. Voglio stendere al vento del mattino i panni bagnati delle lacrime di anni spesi vanamente sulla superficie delle cose. Il suo alito soave carezzevole li sfiorerà e dolce sarà allora poter tornare a piangere ancora. Di gioia. Recommend0 Enable Javascript to click a...

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LIBERTÀ

Sai… Mi avevano detto che ero fortunata, che mi sarei trovata bene, che avrei solo dovuto provare gratitudine per l’opportunità che mi era stata offerta, che ne sarei stata soddisfatta, di più, felice. Che non sarei rimasta sola, che avrei trovato tanti amici, che avrei condiviso i miei giorni, e le mie notti. Che avrei mangiato a iosa, che avrei bevuto senza limiti, che avrei indossato abiti comodi, e pure seducenti, che sarei piaciuta, molto. Bastava solo dire “Sì”. Sì al letto, e non per dormire. Sì al cibo, che non saziava la mia anima. Sì al vino, molto...

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A ME GLI OCCHI (ovvero, “se mi guardi, allora esisto”…)

Sono tornata spesso nei miei post sul tema dell’ “apparire” e di quanto rilievo si dia, oggi, a questo argomento. Meriterebbe riflessione, discussione, confronto, condivisione o anche conflitto, purché se ne parlasse. Invece, il più delle volte, lo stimolo a prender posizione, a parlarne, a discuterne, cade nel vuoto. Magari non per mancanza di interesse, quanto per una sorta di pigrizia, di indolenza, o anche di indifferenza. Chi me lo fa fare, dirà più d’uno, di scervellarmi su simili tematiche la cui risoluzione, comunque, non dipende in ogni caso da me? Meglio considerare Facebook unicamente come piattaforma virtuale leggera...

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HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono Le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. (Eugenio Montale)...

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L’ossimoro vivente

“Se mi liberassi dei miei demoni perderei i miei angeli.” (Tennessee Williams) Non è così semplice, in fondo, scindere la propria dualità, l’ambivalenza con la quale, e nella quale, spesso conviviamo. Io nemmeno lo desidero, forse… Amo le mie ali angeliche, come i demoni interiori che periodicamente si riaffacciano beffardi. Amo l’elevarsi della spiritualità, come la banale empiricità del possesso. Amo il fervido intelletto e le sue infinite potenzialità, come il corpo, materiale e consunto, nel suo vacuo effimero. Amo la luce calda del sole, come il freddo dell’oscurità. Amo il bianco, come amo il nero. Non degno d’uno...

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Il mare dentro

“La vita mi ha insegnato che non devo mostrare il mare che ho dentro a chi non sa nuotare…” Ho letto questa citazione. Può suggerire riflessioni in varie direzioni. Si può decidere di mostrare ad altri il proprio mare interiore, se li si reputa meritevoli di tale dono; perché questo è, alla fine: un dono. Si può poi scoprire di aver malriposto tanta fiducia, e ci si ritrae allora a riccio, a leccare le proprie ferite. Almeno fino a quando non si decida di riprendere in mano le redini di se stessi e tornare ad avanzare imperterriti e fiduciosi...

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1 day ago
Writer Monkey

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Quindi: vivi come credi.
Fai cosa ti dice il cuore: La vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali.
Quindi: canta, ridi, balla, ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
- Charlie Chaplin
... Vedi altroVedi meno

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Ma infatti!

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