“La vita mi ha insegnato che non devo mostrare il mare che ho dentro a chi non sa nuotare…”

Ho letto questa citazione.
Può suggerire riflessioni in varie direzioni.
Si può decidere di mostrare ad altri il proprio mare interiore, se li si reputa meritevoli di tale dono; perché questo è, alla fine: un dono.
Si può poi scoprire di aver malriposto tanta fiducia, e ci si ritrae allora a riccio, a leccare le proprie ferite.
Almeno fino a quando non si decida di riprendere in mano le redini di se stessi e tornare ad avanzare imperterriti e fiduciosi sulla propria strada…
Ma si può anche scegliere di mantenere celato in se stessi il proprio mare, custodendolo gelosamente lontano da occhi che avvertiamo “stranieri”, e mostrando, invece, la maschera impenetrabile e superficiale dietro cui custodiamo il nostro vero Essere, invisibile ai più.
Quale atteggiamento risulta essere più corretto?
Quale, più conveniente?
Quale, più sincero e nostro?
Rispondere a simili interrogativi non è poi così scontato.
Ma la risposta – qualunque risposta – è già custodita dentro di noi.
Dobbiamo solo imparare ad ascoltarci.
Solo.
Accettiamo la sfida?