Autore: Angelo Fabbri

𝑳𝒂 π‘½π’Šπ’π’π’† π‘³π’–π’Žπ’Šπ’†Μ€π’“π’† – xx – 𝑰𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒄𝒐𝒏 π’–π’π’Žπ’Šπ’π’Š π’”π’•π’“π’‚π’π’“π’…π’Šπ’π’‚π’“π’Š

Chi sei veramente, Augustin? Già. Chi sono veramente? Povera piccola Alice, e se io non mi chiamassi veramente così? Se fossi semplicemente un artista venuto a Parigi per trovare la sua strada? Venuto, partito e tornato, per dire la verità. Il fatto è che io non ho la grandezza di Pablo o di Maurice, ma neanche di Dedo, di cui a quanto pare sono uno dei pochi a riconoscere il genio, ma è possibile che nella Ville Lumière, così sfavillante di luci, non ci sia un angolo, un palcoscenico, un posticino anche per me? Sono patetico, lo so, ma...

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𝑳𝒂 π‘½π’Šπ’π’π’† π‘³π’–π’Žπ’Šπ’†Μ€π’“π’† – 12 – 𝑬̀ 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒍’π’‚π’Žπ’π’“π’†?

Β«Non sono mai stata fortunata. Lo so, appena dico queste parole me ne pento: quale fortuna poteva avere una ragazza come me, nata povera e senza padre – anche senza madre, praticamente – costretta a vivere ai margini della vita? In realtΓ , se ci penso, gli anni della mia fanciullezza non sono stati terribili, a parte la fame e l’umiliazione di quando andavo a mendicare un piatto di minestra da quelle orribili suore, e per il resto… per il resto le cose, belle o brutte, me le sono guadagnate da sole, dal sopportare il garzone del fornaio che mi...

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𝑳𝒂 π‘½π’Šπ’π’π’† π‘³π’–π’Žπ’Šπ’†Μ€π’“π’† – 11 – π‘¨π’π’Šπ’„π’† π‘·π’“π’Šπ’

Β«No, no, no e poi no!Β» Β«Ma perchΓ©, mamma? Cosa ho fatto di male?Β» Β«Cosa hai fatto? Ma se ti ho trovata che posavi nuda per quel… quello scultore, quel mascalzone, quel…» Β«Non mi ha fatto niente! Mi ha dato dei soldi, ecco…» disse Alice tirando fuori dalla borsetta di tela un fascio di franchi. Β«Neanche francese, te lo sei preso! Polacco! Potevi…» Β«Non mi sono presa niente! Ho solo posato per lui…». Β«Nuda!Β» Β«Certo! Gli servivo così». Β«Gli servivi! E quando gli servirai a letto?Β». Β«Mamma, ti prego!Β». Β«Sparisci, non ti voglio piΓΉ vedere, non ho piΓΉ una...

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𝑳𝒂 π‘½π’Šπ’π’π’† π‘³π’–π’Žπ’Šπ’†Μ€π’“π’† – xx – π‘³π’π’–π’Šπ’”π’† π‘΄π’Šπ’„π’‰π’†π’

Louise Michel. Chi era Louise Michel? Augustin si risvegliΓ² e con la mano cercΓ² a tastoni nel letto, ma non trovΓ² il corpo caldo e nudo di Jeanne. Nella stanza faceva freddo, nonostante la pesante coperta che aveva addosso. Con un grugnito si voltΓ² sul fianco destro e mise la testa sotto alle lenzuola, che non erano – ora se ne accorgeva – propriamente pulite. Louise Michel. Lentamente un volto si fece strada nella sua mente, e poi un ricordo, una nave, un altro tempo, forse un’altra vita. Lui… lui era… Una lunga striscia di sabbia, subito seguita dalla...

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𝑳𝒂 π‘½π’Šπ’π’π’† π‘³π’–π’Žπ’Šπ’†Μ€π’“π’† – 05 – 𝑱𝒆𝒂𝒏𝒏𝒆 𝒆𝒕 𝒍’π’‚π’Žπ’π’–π’“

Una sensazione strana. Lenzuola. Qualcosa di caldo e morbido vicino. Profumato. Un corpo di donna. Β«Ehi, ti sei svegliato, finalmente!Β». Augustin si stropiccia gli occhi, si gratta la testa, sbadiglia rumorosamente e infine si guarda intorno. Sopra di lui, a pochi centimetri dal suo volto, c’è una donna che lo guarda. Nuda. O almeno, la parte superiore del corpo Γ¨ nuda. In bocca ha il gusto acido del vino. Β«Io… dove sono?Β» chiede. La donna fa una smorfietta, ma Γ¨ solo un atteggiamento: Β«Diamine, ti sei preso la sbronza piΓΉ lunga che abbia mai visto! E sΓ¬ che io…»....

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𝑳𝒂 π‘½π’Šπ’π’π’† π‘³π’–π’Žπ’Šπ’†Μ€π’“π’† – 04 – 𝑴𝒐𝒏𝒕𝒑𝒂𝒓𝒏𝒂𝒔𝒔𝒆

Β«Quanto Γ¨ lontana Montmartre? Mio dio, Γ¨ dall’altra parte della luna!Β». Augustin si accorge troppo tardi di non essere solo. L’uomo, l’ubriaco, a dire il vero, che l’ha sentito, barcolla e si appoggia a lui per sostenersi, inondandolo di un fetore insopportabile. Un coro di risate fa eco alla sua espressione sorpresa e costernata. Si volta verso il locale e vede all’esterno un gruppo di uomini malvestiti nonostante il freddo che sogghignano alle sue spalle. Β«Ahahah, un’altra vittima del buon ChaΓ―m! Vieni straniero – sei straniero, vero? Nessun parigino si vestirebbe cosΓ¬ a Montparnasse! – dentro abbiamo la cura...

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