L’albero

Le immagini scorrevano veloci e spaventose in tv sul grande incendio del bosco.

Oreste guardava inorridito quei tronchi arsi e anneriti , i rami e le foglie incenerite.

Una visione desolante di ciò che prima era verde e lussureggiante, ora ridotto a

spettrale cimitero. Il dubbio che la mano dell’uomo avesse contribuito a questo scempio lo riempiva di angoscia, gli toglieva il fiato.

Spense la televisione e uscì nel giardino. Si fermò davanti al faggio che cresceva rigoglioso e mormorò: “Caro albero, mi dispiace per i tuoi fratelli distrutti in un modo così atroce, io veglierò

Sempre su di te, farò in modo che nulla ti possa danneggiare, te lo prometto”.

Il faggio, come se avesse capito le sue parole, abbassò un ramo e lo tese verso di lui. Oreste, emozionato, allungò il braccio porgendogli la mano. Le foglie dell’albero l’avvolsero delicatamente, quasi a suggellare un patto fra buoni amici.