Era quasi l’alba, l’uomo uscì dal locale notturno dove aveva bevuto in abbondanza in compagnia di donne compiacenti, che gli avevano spillato un bel po’ di quattrini. Barcollando si avviò verso la sua automobile, non riusciva a trovarla, o meglio, non ricordava dove l’aveva parcheggiata. Quel maledetto parcheggio sotterraneo! Non riusciva ad orientarsi fra le colonne, le corsie… erano tutte uguali.
Improvvisamente si bloccò, aveva sentito un fruscio, spaventato si guardò intorno ma non c’era nessuno. Si incamminò lentamente cercando di evitare le colonne, gli girava la testa, aveva la nausea.
Si accorse con raccapriccio che non era solo… sul muro di fianco vide apparire un ombra, grande, minacciosa, una mano mostruosa che cercava di ghermirlo. Si mise a correre all’impazzata, urlando con quanto fiato aveva in gola, ogni tanto si girava per vedere se lo inseguisse ancora… sì, era sempre là, dietro di lui, quell’orribile artiglio.
“Vattene! Cosa vuoi da me?” Gridava sempre correndo, ormai non aveva più fiato, gli faceva male la milza; inciampò nei suoi stessi piedi e cadde a terra, mentre l’enorme mano sul muro avanzava, ormai era sopra di lui.
“Aiutoooooo! Aiutoooooo!”
“Signore, ehi signore, si sente male?”
L’uomo smise di gridare e vide il guardiano notturno che, preoccupato, lo scuoteva.
“Mi aiuti, sono inseguito da un mostro enorme!”
“Inseguito? Un mostro? Ma qui non c’è nessuno! Ha avuto un incubo”.
Totalmente frastornato si guardò intorno:
“Ma… non sono nel parcheggio sotterraneo, non capisco”.
“No signore, si è addormentato proprio fuori del locale”.
“Oh povero me, che paura! Non trovavo la mia macchina così…”
“La sua auto è qui, provi a premere il pulsantino delle chiavi”.
Subito scattò la serratura.
“Se la sente di guidare?”
“Sì certo, la ringrazio tanto, vado subito a casa”.
Mise in moto e si diresse verso casa. Stava per premere il pulsante del box, quando restò di ghiaccio: un’enorme mano nera, con le dita come artigli era sulla porta basculante!