Alla WM, nell’ufficio del Boss, i colpevoli attendevano le notizie del giorno come se giá fossero la terribile sentenza cui la sorte inevitabilmente li avrebbe destinati di lì a poche ore.
L’ologramma di Lawrence interruppe il religioso silenzio con un ultimo doveroso tentativo:
“Perché aspettare, ho predisposto ogni cosa, nel giro di pochi secondi potreste raggiungermi, e nessuno potrebbe localizzarci”
“No, voi fate come credete, ma io no, mi prendo la responsabilità delle mie azioni.” Hillary cercò di mascherare la speranza che ancora non l’aveva del tutto abbandonata… – magari Lucynda alla fine ha deciso di non scriverlo il suo articolo… –
“Tu hai solo troppa fiducia nel genere umano, come al solito. Ma io resto con te.” Intervenne Mggy con occhi colmi di tenerezza.
Faber aveva come al solito il palmare in mano. Spettò a lui spezzare ogni residuo di ottimismo nel Boss.
“Leggo io o leggi tu?”
Hillary allora si lasciò cadere sulla sua bella poltrona dal design svedese e con espressione stanca e delusa fece cenno a Faber di procedere.
Lo scoop di una vita
Sta a me. Ebbene sì, sta proprio a me raccontare tutta la verità.
Portiamo ancora tutti sulla pelle il ricordo di quel giorno. Quello che qualcuno ha banalmente chiamato il Blackout, e che altri invece hanno ritenuto opportuno identificare come “Il Giorno del Giudizio”, che poi si è trasformato in giorni, in settimane, mesi… fino a coprire l’arco temporale di un anno, un intero anno del giudizio quindi, alla fine del quale, piano piano la comunicazione è stata ripristinata dandoci modo di tornare ai trastulli di un tempo.
Questo lo sappiamo benne tutti. Avvertiamo ancora il senso di claustrofobia iniziale che l’assenza improvvisa di una rete globale e del virtuale ha portato.
Il mondo si è come compresso. Abbiamo perso relazioni, amicizie, confidenze. Abbiamo dovuto dare conto alla nostra presenza fisica per come lo specchio ce la riproponeva. Abbiamo pianto nel silenzio delle nostre case implose.
Il ricordo ci fa ancora male.
E non c’é alcun bisogno che arrivi Lucynda per farvi rivivere quel momento. Tutti oggi viviamo con la consapevolezza che da un giorno all’altro, puf! Molta della realtà che conosciamo potrebbe essere inghiottita per sempre dagli stessi dispositivi che la rendono possibile.
Ma una novità c’è. La novità è che io, oggi, vi racconterò che esiste un colpevole. È lo scoop di una intera esistenza quello che state leggendo.
Quell’evento inspiegabile, che in molti hanno letto come un progetto divino, ha in realtà un mandante molto più terreno.
E sta a me, proprio a me, dirvi il suo nome.
Non è facile raccontarvi questa storia con l’obiettività che sarebbe richiesta ad una giornalista imparziale quale aspiro ad essere.
Perché sono stata vittima insieme a voi di questa, chiamiamola, “scelta imposta”, e, allo stesso tempo, a quel mandante sono legata emotivamente, professionalmente, storicamente.
No, non c’entrano nulla le liquirizie stavolta… anche se me ne sono avvalsa come metodo di indagine e forse un giorno ve ne parlerò.
Ormai lo avrete capito, sto parlando della WM Editions e in particolare di Hillary Augustin, nota come The Boss.
Ricorderete l’ascesa impressionante del colosso WM proprio in occasione del post-Balckout…
Come avete fatto a non pensarci prima? Non lo dite a me… stiamo parlando della mia seconda famiglia! Ero arrabbiata, delusa quando ho scoperto ogni cosa.
La WM ha assoldato un vecchio e talentuoso smanettone russo e puf!, la nostra vita è tornata indietro a secoli prima.
Solo per quanto concerne i nostri passatempo, questo è vero. Che il resto non ha mai smesso di funzionare a dovere. Nella nostra valutazione dell’accaduto dobbiamo tenerne qualche conto.
Credetemi se vi dico che prima ero incazzata almeno quanto voi. Non solo mi sono sentita vittima di un sopruso, io mi sono sentita tradita da amici carissimi, i migliori, la mia seconda casa, persone sulle quali mai avrei preso in considerazione l’idea di essere raggirata, ingannata… e invece?
Mi direte, ok, solo i passatempo, quindi il danno è stato minore, ma sempre di danno si è trattato.
Ecco, è su questo che la mia convinzione ha iniziato a vacillare, spostando e di tanto la mia prospettiva, fino a giungere, alla fine ad una soluzione che qualcuno di voi potrebbe considerare folle, ma sulla quale, miei amatissimi lettori, vi invito almeno un po’ a riflettere.
Io come sapete sono nata molti anni fa.
I metodi di rigenerazione cellulare odierni non vi rendono semplice capire quanto. Fidatevi. Tanto, tantissimo tempo fa.
Cosa vuol dire questo?
Che ho assaporato il gusto di una chiacchierata a telecamere spente, occhi negli occhi con altri esseri umani, senza alterazioni o incursioni tecnologiche.
Io so cosa significano le relazioni autentiche. Quando scelgo di immergermi in una realtà in buona parte alterata dalla tecnologia lo faccio sapendo distinguere esattamente il genuino dal sofisticato.
E ora tutti possono. Anche chi è nato in auest’epoca, chi è stato immerso in questo splendido mondo fittizio sin dal suo primo vagito. La WM ha dato loro questa opportunità.
La WM ha staccato la spina. Ed è stata una terribile imposizione. Ma…. a fin di bene.
Come in quei paesi che in altre epoche hanno imposto a persone di paesi, e idiomi e religioni differenti di vivere uno a fianco all’altro, impedendo di fatto il formarsi di ghetti. E favorendo così l’integrazione. No, non è stata una manovra politically correct quella della WM, ed ha favorito l’ascesa di un colosso della cultura… Ma è grazie ad essa che mio nipote ha conosciuto il potere dell’immaginazione. È grazie ad essa se di cultura si può parlare.
E non parlo dell’immaginazione e la cultura di un geniale architetto di mondi virtuali. Parlo della cultura e dell’immaginazione dell’umanità intera.
Vi consegno il colpevole. Ma prima di gettare la prima pietra vi chiedo di pensare.
È una richiesta, questa, che non avrei potuto fare all’umanità prima del Blackout. Posso farla invece a voi. Perché quell’evento ci ha rinnovati… migliorati.
Quante volte vi siete detti che il blackout in fondo è stato un bene?
Ripensate a quando, superato il panico iniziale, avete osservato il volto tondo e morbido di vostro figlio per la prima volta. Sì, per la prima volta senza interruzioni, senza sovrastrutture, senza scadenze, senza luci innaturali.
E il sole, e il cielo, e le stelle, e la terra, e il mare… un fiore appena sbocciato.
I sapori. Anche i sapori in quell’anno sono stati diversi. Più forti.
E la noia. Quanta creatività è nata dalla noia?
E sì, abbiamo ripreso a leggere. Che era il principale intento della WM. Ma poi non abbiamo smesso. Su questo vi invito a riflettere: ci sarà un perché, se poi, non abbiamo smesso. Ci sarà un perché se spesso io, come sono certa tutti voi, nel silenzio delle nostre abitazioni iper-tech, spesso, continuiamo a staccare la spina.
Lucynda Morositas
“Lucynda…” sospirò il Boss con le lacrime agli occhi, mentre Miggy batteva emozionata le mani.