Sí, sono sempre qui, come chiuso in una gabbia.
Sono stato creato e abbandonato su una parete bianca, solo.
Le persone vanno e vengono, qualcuna si ferma ad osservarmi, altri neanche mi notano.
C’è un ragazzo che il fine settimana viene sempre a trovarmi.
Chissà cosa pensa, chissà cosa sogna.
Nel suo sguardo vedo tanta tristezza, ma forse è solo una mia impressione.
Vorrei potergli parlare, ma come faccio? La mia bocca non si apre.
Essì, il tempo passa… inarrestabile.
Il mondo fuori chissà cosa combina, vorrei poterlo ammirare.
Io ho voglia di vivere, di stare al mondo.
Quando viene la notte la tristezza mi assale, qui immobile… basta non ne posso più.
Ma cos’è quel bagliore che vedo dalla vetrata del museo… una stella cadente!
Ti prego rendimi vivo, ti prego!
Una forza mi assale, mi muovo! Finalmente riesco ad uscire dalla cornice.
Esco dal cancello, ecco la città!
Quante luci…
La gente sembra avere tanta fretta…
Ma che sporcizia per le strade…
E lì sotto il ponte cosa c’è? Un uomo abbracciato al suo cane cerca calore con dei cartoni…
E lá in fondo? Una donna poco vestita cerca lavoro all’angolo della strada…
Due uomini nervosamente in un bar parlano del poco guadagno della giornata, una donna seduta al tavolino, confida all’amica, la nostalgia del figlio laureato che è andato a trovar fortuna all’estero, mentre alla tv la cronaca comunica che un uomo si é ucciso e che dalla disperazione ha portato con sé la sua famiglia…
Quei due seduti su una panchina neanche si guardano, troppo impegnati a leggere i messaggi sul cellulare…
Quei ragazzini alla fermata del tram prendono in giro un povero anziano un po’ ingobbito, la gente indifferente continua per la sua strada…
In lontananza il suono di un’ambulanza o forse la polizia…
Credo di aver visto abbastanza, torno nella mia cornice dorata.
Meglio vivere nell’immaginario, la realtà è troppo faticosa…