Le peonie si sono schiuse in tutta la loro grassa lattiginosa carnosità, simili a matronali vagine con i clitoridi abnormi, in attesa della penetrazione.
Le calle, androgine lussuriose, hanno spalancato una candida gola di donna da cui fuoriesce un duro pene di uomo. Pelle di luna, la foglia avvolgente che avvinghia quel turgido raggio di sole.
Le rose, boccioli stretti come vagine di adolescenti, si sono dapprima timidamente dischiuse nel loro tenero fulgore arancio, aprendosi, un petalo per volta, poi, sedotte dalle voluttuose dita delle foglie, si sono allargate come le gambe di una giovane sposa che si concede senza più inibizioni. Impudiche, si mostrano in tutta la loro delicata, vergine anatomia, per essere colte.
Stanotte, nell’ombra verde del tulle, tra i merletti fitti delle gypsophila e il tumulto vellutato delle felci, i tuoi fiori, amore mio, hanno dato vita ad un palpitante, fantastico incantesimo d’amore.
Inconfondibile il tuo odore
Io ne sono piena.