“Dov’era il tuo rispetto per me mentre mi tradivi con un’altra? Ed io dov’ero? Cosa facevo mentre tu te ne stavi innamorando? Non mi sono accorta di nulla…come è possibile? Tu troppo bravo o io troppo distratta? Avrei dovuto percepire almeno la sua ombra o una diversità nella tua presenza.” (cit.)

Lui mi guarda con tristezza, o è solo compatimento? Non mi risponde neppure, lo guardo mentre raccoglie la valigia ed esce chiudendo la porta. Mi precipito alla finestra, lo vedo, attraversa la strada, sale in macchina, la valigia sul sedile posteriore, mette in moto… è andato!
Per un istante realizzo che non lo vedrò più, non tornerà a casa, un conato di vomito mi assale all’improvviso, corro in bagno ma niente, sono digiuna da molte ore, rimetto solo angoscia.

Trascorrono così lunghissimi giorni e interminabili notti, mi trascino dal letto al bagno, al divano e poi ancora al letto. Non vado a lavorare, mi sono messa in malattia, non mangio, non dormo, non mi lavo.  Il cervello mi scoppia di domande, sempre le stesse, gli stessi perché senza risposta che mi attanagliano dal mattino alla sera e non mi fanno dormire la notte. A volte faccio il suo numero di telefono ma non invio la chiamata, immagino sempre che siano a letto a fare sesso.
Sarà quello il suo segreto? Forse lei sa fare cose che io neppure immagino… sì, deve essere così!
Di fronte al sesso gli uomini calano le braghe! Rido sguaiatamente per questa stupida battuta…

Stamattina mi sono svegliata più riposata del solito. Mi metto a sedere sul letto, mi guardo intorno e vedo un gran disordine: vestiti buttati qua e là, polvere sul comodino, l’armadio aperto. Scendo dal letto e lentamente vado a chiudere l’anta, quella a specchio. Ciò che vedo mi fa sobbalzare: ma sono proprio io quella? Pigiama stropicciato, capelli scarmigliati, occhiaie scure, sembro un fantasma! Come ho potuto ridurmi così!  Mi rendo conto in quel momento che pensare a “lui” non mi fa più male, credo di essermi stufata di soffrire, il prezzo è troppo alto, non lo voglio pagare.
Mi tolgo quegli stracci di dosso, vado in bagno e mi infilo sotto la doccia, mi strofino per bene il corpo e i capelli, mi sento già meglio; ora una bella colazione, ho una fame da lupo. Uova, pancetta, caffè nero e forte… che delizia! Raccolgo tutti gli abiti sparsi in giro e li butto in lavatrice, via anche le lenzuola, spolvero i mobili, pulisco il bagno e la cucina, riempio il secchio di acqua e detersivo e lavo i pavimenti, poi getto l’acqua sporca nel water e con lei tutto il mio dolore, tutta l’ angoscia e le domande senza risposta: Perché mi ha lasciata?  Cos’ha lei più di me? Perché non me ne sono accorta? Mi rispondo con un bel “CHISSENEFREGA!”
Mi pettino, mi trucco, mi vesto accuratamente, esco a fare una passeggiata, che bello sentire di nuovo l’aria fresca sul viso, vedere gente, salutare sorridendo. Mi riprendo la mia vita!