Caro Diario, stasera è successo qualcosa che mi va di annotare mentre ascolto “The Crystal Ship”, e presto capirai il perché di questa selezione musicale. Uno zapping distratto mi ha portato su DJ television, ed ho scoperto che c’è una trasmissione condotta da Carlo Lucarelli che si intitola “Almost True”.
Simpatica e assai autocelebrativa la citazione del suo romanzo “Almost Blue”, che devo ammetterlo, mi è piaciuto parecchio. Sai che nutro da sempre questa fascinazione un po’ perversa nei confronti di storie macabre e racconti su folli criminali. D’altronde la stessa passione per i Doors contribuisce perfettamente a forgiare questo oscuro abito che riveste almeno gli strati più in evidenza della mia personalità. Fortunatamente sono in buona e tenebrosa compagnia, quindi non la definirei preoccupante.
L’unica stranezza che in realtà mi sento di annotare, caro Diario, è che mentre leggevo il romanzo mi sembrava di avere seduto sul mio letto, assai in prossimità del mio orecchio sinistro, il buon Lucarelli in pigiama a righe verticali e berretto da notte, tutto impegnato in quello che avrebbe potuto sembrare un racconto per conciliare il sonno.
Ma allo stesso tempo Carlo mi appariva identico nei modi, soprattutto per quel movimento garbato delle mani. Insomma il bravo relatore che siamo abituati a vedere nelle trasmissioni da lui condotte, stessa faccia da poker, forse solo un po’ alticcio. Almeno a giudicare dalle movenze più dinoccolate e dall’eccessiva enfasi applicata alla sillabazione. Ma questa stonatura quasi impercettibile la si sarebbe notata solo se per immediato paragone, come a voler analizzare due fotogrammi contigui, con il suo consueto fare compito.
Caro diario, come al solito, divago.
“Camon baby light my fire, camon bab…” … La puntata di stasera, ad ogni modo, mi ha lasciato estasiata per quel briciolo di speranza in più, e perplessa per la stramba scelta di cui ora ti parlerò. Estasiata e perplessa, dicevo, allo stesso tempo.
Jim Morrison. Hai ben presente Jim Morrison caro diario. Pagine e pagine contenute da te e dai tuoi predecessori sono dedicate proprio lui: simbolo del rock dannato, icona di uno stile imitatissimo e inimitabile, Jim il bello, Jim il semi-dio, portatore di quell’indiscusso genio creativo volto ad aprire le porte della percezione, che – la storia del rock ce lo insegna, anzi ce lo spiattella in faccia a lettere cubitali la storia dell’arte in generale – sovente si sposa con l’abuso di sostanze stupefacenti.
Proprio lui. Il mio psichedelico filosofo rock, per il quale indosso stivali consunti, per il quale ho accettato, da astemia, la macabra impresa di ingerire e sputare whisky sulla scarna lapide parigina. Non perché mi andasse, né per mancanza di rispetto sia chiaro, è una usanza trai fan che continuano a nascere e ad onorarlo anni e anni dopo la sua dipartita. Lui, ormai trasformatosi nella versione decadente e ingrassata di sé stesso, senza tuttavia perdere la connotazione di mito che lo ha contraddistinto come una seconda pelle, avrebbe finto la sua morte.
E lo avrebbe fatto in accordo con la CIA che lo decretava morto e sepolto. Questo a dispetto di quanto si potesse immaginare: che vivere tutto sommato forse non gli dispiaceva poi tanto, alla faccia di “The End, my only friend”.
La CIA gli avrebbe risparmiato la vita per una questione di riguardo verso suo padre, a quanto pare un pezzo grosso della Marina. Tu lo sapevi caro Diario? “Break On Through To The Other Side”… E invece ti ci volevano mandare loro dall’altra parte, volevano renderti questo servigio.
Che fastidio avrebbe mai procurato quel diavolo maledetto alla famigerata Agenzia? Ecco questo è ancora più strano. Sembra che in quegli anni se la prendessero con le rockstar di 27 anni, il cui nome iniziasse per “J” per una specie di vendetta personale di riflesso di un altro pezzo grosso, stavolta della CIA, impazzito a seguito della morte per overdose della figlia “groupie” di ventisette anni di nome J qualcosa. Ebbene sì, non avevano di meglio da fare.
La CIA avrebbe dato un nome a questa folle, quanto inutile iniziativa: Il “Programma j27”, J come l’iniziale di Jimi Hendrix, di Janis Joplin… tutti morti in circostanze sospette a 27 anni. … Caspita!
Jim, invece, nei suoi mal portati e appesantiti 27 anni sarebbe stato risparmiato. Sparito per un anno, plastica facciale, per poi ricomparire.
E qui viene la parte ancora più strana. Almeno a sentire Carlo.
Jim amava troppo cantare e pur di farlo sarebbe tornato nelle vesti del cantante pop melodico Barry Manilow, autore di “Mandy”, che in effetti sarebbe sbucato all’improvviso come da un cilindro.
Cioè, caro diario hai presente Barry Manilow? E “Mandy, oh Mandy…” ce l’hai presente?!
Con questo cavallo di battaglia Barry-Jim si esibisce tuttora al “Paris” di Las Vegas.
Le tracce vocali rivelerebbero una compatibilità del 100% trai due. E questo è probabile come trovare impronte digitali uguali. Fiocchi di neve identici. Lettura della corn… vabbè hai capito.
Giorno di nascita e altezza coincidenti. Questo perché, ovviamente, se la CIA simula la mia morte, poi mi ripropone al mondo proprio con lo stesso giorno di nascita. Mmsiii.., certo, geniale.
Carlo nel suo pigiama a righe continua a fornirmi Indizi e testimonianze varie, che forse un giorno finiranno con il convincermi…
Per ora non è vero, ma ci credo. Se avessi visto questa puntata prima del mio ultimo viaggio negli States non mi sarei persa per nulla al mondo uno show di Manilow in occasione della tappa a Las Vegas.
Secondo altre teorie Jim sarebbe invece alle Saychelles, mentre Paul McCarty sarebbe morto ben prima di John Lennon. Esiste addirittura una sigla per questa teoria, PID, che starebbe per “Paul is dead”. E quello che gira da più di 30 anni sarebbe un sosia, tra l’altro parecchio più alto dell’originale.
L’album dei Beatles successivo alla presunta morte di Paul sarebbe pieno di allusioni a questo evento, a partire dalla copertina, ma questa è un’altra storia, vero Carlo? E molla un po’ di coperta che ho freddo.