Cinema chiusi. O peggio: arene all’aperto con repliche di un cartellone già non molto entusiasmante, con la prospettiva di farsi divorare dalle zanzare, vedere un film mentre la gente intorno passeggia, gli aerei passano a coprire il sonoro, gli altri spettatori  parlano a voce ancor più alta che in sala. Disney si arrende: Mulan va su Disney+ (ma a pagamento). James Bond si arrende: il pensionamento di Daniel Craig slitta al 2021. E chi chiamerai? Non i Ghostbusters, perchè anche loro tornano solo l’anno prossimo. E il film sulla Vedova Nera? Vabbè, quello non lo avremmo visto comunque. Altri si arrendono e vanno diretti ad ingrossare i canali dei servizi streaming. Ma non lui. Non Christopher Nolan. L’uomo che vuole salvare il cinema, ma per ora salva i multisala. TENET esce al cinema ed esce ora, perchè se non rischiate di prendere il COVID per TENET, per cos’altro vale la pena rischiare?  E questa era la domanda retorica che mi ponevo io prima di vedere TENET, entrando al Cineland di Ostia qualche giorno fa (multisala che già in tempi normali era affollato come se ci fosse stata l’apocalisse zombi, figuratevi adesso), incurante di qualsivoglia pericolo, ingurgitando Bomboniere Algida come fossero pastiglie di idrossiclorichina. Prima di vedere TENET. Ma del senno di poi sono piene le fosse, diceva qualcuno. E TENET in fondo parla di questo, della possibilità di invertire le logiche di causalità, di invertire l’entropia, il disordine naturale a cui tendono tutte le cose, di poter invertire il senso della freccia del tempo, tornare indietro e non vedere TENET. Ok, quest’ultima parte ce l’ho messa io.

 

Dopo aver giocato col concetto del tempo in maniera metacinematografica (MEMENTO, DUNKIRK), psicologica (INCEPTION) e quantistica (INTERSTELLAR), Nolan completa (speriamo) la sua indagine sulla quarta dimensione centrando il suo film sul concetto di tempo dal punto di vista fisico. Qualcuno nel futuro ha scoperto come invertire l’entropia degli oggetti e delle persone, per cui un proiettile “invertito” procederà dal bersaglio alla pistola (se chi lo osserva si muove lungo la linea del tempo normale). Fin qui, facile. Qualche altro qualcuno del futuro però ha deciso – ovviamente – di utilizzare questa scoperta per distruggere tutto il tempo (a che pro lo scoprirete solo restando svegli per almeno due ore) e ai nostri eroi tocca il compito di prevenire quest’armageddon temporale. Ora io ho visto il film solo una volta quindi potrei non aver afferrato proprio tutto, ma per tutto il film viene ripetuto continuamente il concetto che “quel che è stato, è stato”, per distinguere questo film dai soliti film sui viaggi nel tempo dove si altera il futuro viaggiando nel passato (la questione è più complicata qui). Quindi, mi viene da pensare, se i nostri eroi sono vivi, è evidente che quelli del futuro non sono riusciti nel loro compito, e se lo chiede anche il protagonista senza nome, ma Robert Pattinson gli fa una supercazzola che il Conte Mascetti si sarebbe commosso e va bene così.

 

I meno avvezzi alle questioni quadrimensionali troveranno il film incomprensibile. Ho il sospetto che anche i dialoghisti italiani abbiano gettato la spugna a un certo punto e che parte della difficoltà a seguire le estenuanti esposizioni del chi/cosa/come sia dovuta alla poca dimestichezza degli adattatori italiani con concetti poco più alti di una commedia romantica in cui Jennifer Lopez si affanna a far credere di essere ancora la semplice e baffuta ragazza che era prima. I più preparati, invece, avranno comunque qualche dubbio perchè come già altre volte Nolan perde più di mezzo film a cercare di fondare nella realtà il suo intricatissimo concept fantascientifico per poi contraddirsi da solo e sacrificare tutto in nome dello spettacolo e del rumore. Quindi – come per altro suggeriscono molti dei personaggi stessi – è inutile cercare di capire la logica dell’inversione. Non è scienza e non è nemmeno vera fantascienza. E’ un trucco per inventare qualcosa che al cinema ancora non si era visto, e da questo punto di vista TENET non delude le aspettative. Nolan fa cinema da vedere al cinema, da sentire al cinema, da gustare senza la possibilità di interrompere – o riavvolgere (in questo caso sarebbe doppiamente deleterio).

 

Il vero problema di TENET, a mio avviso, è che manca completamente di cuore. Un problema che Nolan ha sempre avuto, ma che aveva risolto almeno con Interstellar. In sintesi, di quel che succede ai protagonisti, non ci importa mai nulla, non c’è mai un gancio emotivo a cui potersi aggrappare, è tutto un calcolo, persino i rapporti tra i personaggi. La confusione della trama non aiuta e non basta qualche sequenza interessante a giustificare un intero film.

 

Sono e rimango un sostenitore dell’esperienza cinematografica e quindi dello sforzo profuso da Nolan per fare in modo che sia sempre irripetibile e non sostituibile con la visione domestica. Un film di Christopher Nolan è un evento, qualcosa che fa tremare i polsi ai cinefili indipendentemente da ogni altra cosa. TENET purtroppo delude le aspettative, ed è un peccato in un momento come questo, risultando una specie di spento collage di tutti i pregi – ma soprattutto di tutti i difetti che caratterizzano il percorso artistico del regista inglese.

 

 (P.S. Se volete avere un assaggio di TENET, potete leggere questa recensione al contrario, invertendo l’ordine dei paragrafi. Se lo fate, alla fine penserete che è stata una perdita di tempo, che qualcosa non torna, ma che magari non è stata una cattiva idea averci provato. Con la differenza è che la recensione è gratis e priva di virus. Per le Bomboniere Algida dovete comunque attrezzarvi da soli. )