Niente di meglio di una bella stroncatura a tutto tondo per migliorare l’umore. Il dilemma è: da dove iniziare, per non fare torto a nessuno? Iniziamo dalla fine, ma non nel senso di spoiler: iniziamo dalle entusiastiche dichiarazioni della stampa, dai record di visualizzazioni online, dal 94% di recensioni positive su Rotten Tomatoes. Forse sono come quel tale che va contromano in autostrada e se la prende con tutti gli altri, tutto è possibile: sono io che non capisco. Oppure sarà l’anno strano. Sarà che basta davvero poco ormai per accontentarsi. Sarà che la memoria di questa generazione è corta, appiattita sul presente, sul ripetersi di esperienze solo all’apparenza condivise che niente hanno a che vedere con la realtà. E allora diventa facile apprezzare e immedesimarsi in Palm Springs , fiacchissimo clone di Ricomincio da Capo in streaming su Amazon, che invece questo eterno presenta prova a risolverlo e, già che c’è, ci mette dentro una bella storia d’amore di una tale banalità che le storie su Instagram di Elettra Lamborghini al confronto sembrano sceneggiate da Umberto Eco.

In Ricomincio da Capo, Bill Murray era un arrogante meteorologo condannato a rivivere continuamente lo stesso giorno in uno sperduto paesino della Pennsylvania in occasione del Giorno della Marmotta (Groundhog Day, che è il titolo originale). E’ considerata una delle migliori commedie degli ultimi decenni ed è forse l’ultimo film di livello di una generazione di comici che ha riscritto le regole della commedia americana negli anni 80 di cui Bill Murray, in forma smagliante e con un film costruito perfettamente sui suoi tempi e sui suoi tic, resta uno dei massimi esponenti.

In Palm Springs (la tirata sugli geniali sottotitoli italiani me la conservo per la prossima volta) la premessa è la stessa, con due modifiche sostanziali: le persone coinvolte nel loop temporale sono più di una e la causa del loop è una misteriosa grotta sulla spiaggia che compare in seguito a un terremoto. Questo da un lato porta problemi enormi alla trama (per esempio: se per “resettare” la giornata basta addormentarsi – come in Ricomincio da Capo – , cosa accade se uno si addormenta e l’altro lo sveglia?), dall’altro svela immediatamente che invece di essere una stralunata favola, o una nuova versione di una vecchia stralunata favola, è solo l’ennesima mediocre commedia romantica che come un tram procede lungo le rotaie attraverso tappe inevitabili e scontate, compresa la sequenza di ballo di cui proprio non possiamo più fare a meno. Ai fini della trama, il meccanismo del loop temporale è completamente inutile, potrebbe anche non esserci. Infatti, viene risolto in un modo talmente assurdo che nemmeno la pur brava Cristin Milioti (che ci aveva irrimediabilmente spezzato il cuore nei panni di Tracy, la “madre” di How I Met Your Mother) riesce a renderlo accettabile. Sì, è persino più assurdo di una grotta che fa resettare la giornata all’infinito, perchè se la premessa va accettata, il resto deve essere coerente e credibile, proprio perchè per la sospensione dell’incredulità abbiamo già dato.

Sia chiaro: non è il paragone ad affossare Palm Springs. Obiettivamente, pochi film reggono il confronto con Groundhog Day. Palm Springs è debole nelle premesse e nello sviluppo e se Cristin Milioti e J.K. Simmons sono sempre all’altezza, non mi ha fatto una grande impressione Andy Samberg (che certo deve più ad Adam Sandler che a Bill Murray, con tutto ciò che ne consegue) davvero poco convincente, soprattutto nella seconda parte. Location e musica sono completamente anonime, non tragga in inganno l’immagine promozionale con l’inquadratura dall’alto nella piscina. E’ l’unica idea (?) di una regia piatta e non a caso viene riproposta in continuazione.

Palm Springs conferma anche un altro tipico luogo comune di certi film: sec’è bisogno di perdere tempo a spiegare i meccanismi pseudo-scientifici, vuol dire che l’impianto è debole. Vi è mai servito sapere come funzionasse il Flusso Canalizzatore per godervi Ritorno al Futuro? Ecco, appunto. Poi se la spiegazione è quella fornita del film…

Non si salva nulla. I film davvero pessimi sono magari altri, ma a volte la mediocrità e la pigrizia sono ancor più fastidiosi della bruttezza.